L'inglese e il complesso di inferiorità

PRIMA di decidere il nostro target dobbiamo briffarci in vista del product placement sui vari mass media. Per favore mandami una mail con l’attachment per il know-how del nuovo blister. Scannerizzami il disegno e sendamelo dopo averlo linkato sul website. Oppure (e questa è vera): «Con noi è tutto incluso a meno di un euro al giorno: pc card modem usb hi-speed per navigare fino a 3,6 mega». Ogni giorno incappiamo in frasi del genere e, quel che è più grave, non ce ne rendiamo conto. Ci siamo assuefatti agli anglicismi come una subdola droga di cui non possiamo più fare a meno. Un po’ per necessità (qualcuno sa trovare un sinonimo a «crossare», «surf» o «beauty-case»?) perché l’inglese è una lingua più sintetica e rapida, un po’ per l’eterno provincialismo italiano (mentre i francesi ancora si ostinano a chiamare il personal computer «ordinateur», per loro Napoleone non è mai morto). Usare termini come «mission», «logarsi», «chattare», «fitness» che hanno un preciso corrispettivo nella nostra lingua («obiettivo», «collegarsi», «chiacchierare», «ginnastica») è il chiaro sintomo di un acclarato complesso di inferiorità che talvolta sfiora il ridicolo. In inglese per esempio box si dice «lock-up garage», autostop diventa «hitch-hiking», «stage» si traduce con «training course», slip si trasforma in «knicker» per le donne e «underpants» per gli uomini. 

SAREMO anche un popolo di santi e navigatori (tranne Schettino) ma la poesia l’abbiamo persa per strada. Mentre nelle Università americane e inglesi studiano la Divina Commedia, noi ci applichiamo con rigore a «Masterchef» oppure a «Grey’s Anatomy» e «House of Cards». L’italiano è una delle lingue più ricche al mondo, piena di sfumature e sottigliezze. Pensate se declinassimo «io mangiare, tu mangiare, egli mangiare, noi mangiare, voi mangiare, essi mangiare», Dante non ce l’avrebbe mai fatta. Purtroppo, si tratta probabilmente di uno sforzo fallimentare: la globalizzazione non riguarda solo le merci, ma anche la lingua. Un pidgin english (scusate l’anglicismo) è destinato a diffondersi per tutto il mondo. Dimenticheremo le terzine di Dante ma in compenso potremo chiacchierare amabilmente anche con gli esquimesi.