Giovedì 18 Aprile 2024

È morta Ursula K. Le Guin, ricordiamola così

È stata una delle scrittrici più rilevanti della sua generazione e ha saputo esprimersi con efficacia sull'importanza dei libri, sul femminismo, il capitalismo e le razze. Ecco le sue parole

Dettaglio della copertina di 'I reietti dell'altro pianeta' – Foto: Mondarori

Dettaglio della copertina di 'I reietti dell'altro pianeta' – Foto: Mondarori

Il 22 gennaio 2018 la scrittrice Ursula Kroeber Le Guin è morta nella sua casa di Portland, all'età di 88 anni e dopo aver impresso il proprio nome nella storia della letteratura fantasy e science fiction. Tempo qualche ora e il figlio ha dato la notizia ai media: presto sono arrivate le razioni di cordoglio di colonne della scrittura mondiale come Neil Gaiman (“Alcune delle sue parole sono scritte nella mia anima”) e Stephen King (“Non era soltanto una scrittrice di fantascienza, era un'icona della letteratura”). Ci piace ricordala attraverso alcune delle sue frasi più celebri: non sono tratte dai suoi numerosi racconti e romanzi, perché come fai a scegliere tra il ciclo di Terramare, 'La mano sinistra delle tenebre', 'Il mondo della foresta', 'I reietti dell'altro pianeta' o ancora 'La spiaggia più lontana' e 'Le tombe di Atuan'? Le citazioni che seguono arrivano dalle sue prese di posizione a mezzo stampa. I LIBRI RESTANO Nel febbraio 2008, su Harper's Magazine, parlando del declino della lettura, Ursula K. Le Guin scrive: “Il libro è in se stesso un artefatto curioso, non appariscente nella sua tecnologia, ma complesso ed estremamente efficiente: un piccolo dispositivo davvero semplice, compatto, spesso molto piacevole da guardare e gestire, che può durare decenni, persino secoli. Non deve essere collegato, attivato o eseguito da una macchina; tutto ciò di cui ha bisogno è luce, occhio umano e mente umana. Non è unico nel suo genere e non è effimero. Dura. È affidabile. Se un libro ti ha detto qualcosa quando avevi 15 anni, te lo ripeterà di nuovo quando avrai 50 anni, anche se potresti capirlo in modo così diverso che sembra che tu stia leggendo un libro completamente nuovo". LA QUESTIONE FEMMINILE Ursula K. Le Guin è stata una femminista convinta, capace di avere la lingua tagliente pur conservando ironia e compostezza di modi. Un esempio possibile è fornito dal discorso tenuto alla Science Fiction Convention di Melbourne, nel 1975: “Vorrei chiedere agli uomini qui presenti di considerare pigramente, in qualche momento libero, se per caso abbiano costruito dei muri per tenere le donne lontane, o per tenerle al loro posto. E di considerare anche cosa potrebbero aver perso, comportandosi in questo modo”. LA QUESTIONE SOCIALE Nel novembre 2014 viene premiata dal National Book Awards. Nel discorso di ringraziamento afferma: “Viviamo in un'era capitalistica e ci sembra che non possano esistere alternative. Ma a un esito simile era giunto il diritto divino per giustificare l'esistenza dei re. Qualsiasi potere umano può essere contrastato e modificato dagli esseri umani. La resistenza e il cambiamento spesso iniziano nell'arte e molto spesso nella nostra arte, quella delle parole”. LA QUESTIONE RAZZIALE Nel 2004 Sci Fi Channel manda in onda una miniserie TV che adatta per il piccolo schermo il ciclo di Terramare, con un protagonista bianco. Sottolineando che nei libri il personaggio ha la pelle rosso-marrone, Ursula K. Le Guin scrive sul magazine Slate: “Nei miei romanzi fantasy, come in quelli ambientati in un lontano futuro, la maggior parte dei personaggi non sono bianchi: sono arcobaleno. La mia combinazione di colori era consapevole e intenzionale fin dall'inizio. Non ho mai capito perché tutti nella fantascienza dovessero essere dei ragazzotti di nome Bob, Joe o Bill. E nemmeno ho mai capito perché nella fantascienza eroica dovessero essere bianchi (e perché tutte le donne protagoniste avessero occhi viola). Non aveva nemmeno senso: i bianchi sono già ora una minoranza, sulla Terra: perché non dovrebbero continuare a essere una minoranza? Perché non immaginarli semplicemente inghiottiti, in futuro, all'interno di un più grande miscuglio genetico colorato?”. Leggi anche: - Oscar 2018, la rivincita del cinema di genere - Neil Diamond: donazioni dei fan alla ricerca contro il Parkinson - Il documentario di Peter Jackson sulla Prima Guerra Mondiale