Zuckerberg si smarca dal suo social Facebook (in crisi) cambierà nome

Tra una settimana il colosso rivoluzionerà la sua immagine, appannata dai problemi di Antitrust e privacy

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di Remy Morandi

A 17 anni dalla sua fondazione, quasi 18, Facebook ha deciso di voltare pagina. Il prossimo 28 ottobre, tra una settimana esatta, il gruppo guidato dal visionario Mark Zuckerberg cambierà nome. A rivelarlo è il sito web americano The Verge, secondo cui lo stesso Zuckerberg darà ufficialmente la notizia dell’ennesima rivoluzione del gruppo alla conferenza annuale ’Connect’ della società.

Facebook, dunque, vuole cambiare nome. Attenzione però: non il social network, ma la stessa società, che ricordiamo, possiede anche altre piattaforme e social, come WhatsApp, Instagram, Oculus, e molte altre ancora. Quindi un sospiro di sollievo per gli utenti: non ci saranno altre applicazioni da installare, aggiornamenti da fare sul telefono o altro ancora. Semplicemente, la società fondata da Zuckerberg cambierà nome.

Nessuno sa come si chiamerà, ma in una precedente intervista rilasciata alla stessa The Verge, Zuckerberg aveva dichiarato che avrebbe voluto una società che si rispecchiasse di più e meglio nel suo innovativo progetto di “metaverso“, il futuro dell’Internet, una sorta di esperienza virtuale basata sulla realtà aumentata e per la quale Facebook ha intenzione di assumere in Europa 10mila persone.

Un nome innovativo, dunque, che guardi al futuro e alle prossime sfide del web. Ma è davvero solo per questo? Difficile pensare che un gruppo con una capitalizzazione di 964 miliardi di dollari voglia radicalmente cambiare immagine, solo per qualche progetto, per quanto innovativo e rivoluzionario esso sia.

Intanto, bisogna ricordare che Facebook non è il primo colosso del web a voler cambiare nome. Nel 2015 anche Google si riorganizzò completamente sotto una holding chiamata Alphabet Inc. Una mossa che fu presa per ricordare che il gruppo Google non era solo un motore di ricerca, ma un insieme di tante aziende e società che si occupano di tutto, dal web alle automobili.

E dunque, per quale motivo Zuckerberg vorebbe dare un’accelerata al re-branding del suo Facebook? Il re-branding è un processo che le aziende realizzano quando vogliono dare una svolta al proprio marchio, anzi, vogliono proprio farlo rinascere. Nell’ultimo periodo Facebook – capitalizzazione e ricavi a parte – non se la passa benissimo. Il faro dell’Antitrust è sempre puntato sul social network. Sono infinite le multe che la società si vede recapitare quotidianamente. Dalle questioni di privacy, l’uso dei dati, la pubblicità, la concorrenza. Proprio ieri nel Regno Unito Facebook è stata multata dall’Antitrust per 69 milioni di dollari, in relazione alla sua fusione con Giphy, il database che raccoglie le GIF, quelle immaginine in movimento che ci scambiamo su WhatsApp o altrove. Ma il re-branding non dipenderebbe solo dalle multe dell’Antitrust.

La stessa immagine del gruppo ormai si è deteriorata. Tante le inchieste sugli effetti psicologici dei social network sugli adolescenti (vedi quella del Wall Street Journal su "Instagram tossico per i ragazzi"). Adolescenti che poi, nel 2021, usano sempre meno Facebook, e si muovono su altre piattaforme social. Twitch, Discord, e soprattutto TikTok, un social quest’ultimo che secondo Talkwalker, diventerà tra un anno il più utilizzato al mondo.

I problemi per Facebook sono tanti. Cambiare nome significherebbe dare una rinfrescata all’immagine del gruppo. Zuckerberg ne ha bisogno. Lo sa, e se non vuole restare indietro, lo farà.