Zone rosse, mascherine all’aperto I sindaci provano a bloccare il virus

Da Bolzano a Catania i primi cittadini varano misure per contenere i contagi

ROMA

In ordine sparso, ma si muovono. I sindaci di grandi città o piccoli centri non stanno fermi a guardare il trend di risalita dei contagi in attesa che a dicembre il governo decida se servono misure più severe. Salvare il Natale – momento di vita sociale e familiare più intensa con grandi ricadute sull’economia, tra regali, cenoni e acquisti – vuol dire evitare a tutti i costi la ‘quarta ondata’ e il ritorno alle zone rosse. Senza dimenticare che c’è già chi è dovuto correre ai ripari e dichiarare la zona arancione, come il comune catanese di Nicolosi in mini-lockdown fino al 24 novembre. Feste di Natale in ‘bianco’: è questo l’imperativo dei primi cittadini. Nella corsa all’obiettivo gli amministratori locali sono stati rafforzati dalla direttiva della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che ha detto stop ai cortei no vax e no pass in pieno centro, che sconvolgevano le attività dei negozi e la circolazione, obbligando da ieri a percorsi alternativi concordati con le Questure. Ecco allora che si pensa a interventi a ‘soffietto’ su piazze storiche e luoghi della movida – come è successo a Roma a Trastevere e a Monti – e dello shopping, con contapersone e sbarramenti che limitano gli assembramenti. Anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi è in campo per salvaguardare – con accessi più limitati alle zone di maggior richiamo – la fragilità della sua città dal rischio di impennata di ricoveri e contagi. Già i mercatini di Natale, in Trentino e a Verona, si stanno svolgendo all’ insegna della cautela. Ad Aprilia, teatro di un focolaio nel basso Lazio, si valuta di tornare all’uso della mascherina anche all’aperto e si indaga sull’attività di medici di famiglia contrari al vaccino.