Zone Italia Covid: Lombardia e Piemonte verso l'uscita dalla zona rossa. Tutte le date

Dovrebbero essere tra le prime Regioni a tornare arancioni fra una settimana. Scienziati ottimisti: curva dei contagi in calo

Il Naviglio di Milano semideserto ai tempi del Covid (Ansa)

Il Naviglio di Milano semideserto ai tempi del Covid (Ansa)

Un’altra regione che diventa ‘rossa’ (l’Abruzzo, da domani), un’altra ancora sta per diventarla (Friuli) mentre si segnalano altri 699 morti nelle ultime 24 ore a fronte di 37.242 nuovi casi di contagio. Eppure "la strategia sta funzionando, siamo al plateau". Il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, apre uno spiraglio alla speranza: "Negli ultimi giorni il numero dei casi comincia ad appiattirsi e questo indica il rallentamento dell’incidenza", dice.

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Il prossimo 27 novembre, insomma, contagi permettendo, si potrebbe iniziare a rivedere la mappa del Paese al ribasso, con un cambio di colore per le Regioni che hanno attivato provvedimenti più severi. In altre parole, si pensa ad alcuni cambiamenti: Lombardia e Piemonte potrebbero passare dalla zona rossa a quella arancione, il Veneto e il Molise da gialle ad arancioni, ma solo perché le terapie intensive risultano in grande sofferenza, mentre da arancione a rossa potrebbe passare anche il Friuli Venezia Giulia (dopo l’Abruzzo), il cui Rt risulta a 1,27, di poco inferiore a quello della Toscana (1,31) che è già da quasi una settimana in zona rossa. Ignorato, almeno per il momento, l’appello lanciato dal governatore della Puglia, Emiliano, che aveva chiesto di mettere in zona rossa le province di Foggia, Barletta, Andria e Trani perché a forte rischio sul fronte ospedaliero.

Il tutto, comunque, potrà trovare un allentamento in previsione del Natale (se la curva continuerà a segnare punti al ribasso, ndr) con norme meno severe che arriverebbero con il nuovo Dpcm, non prima – però – della scadenza della nuova ordinanza di Speranza valida fino al 3 dicembre 2020. Fino ad allora i 21 parametri per il calcolo dell’Rt non cambieranno. Rinnovate, in ultimo, le misure relative a Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta.

Impianti sciistici: cosa cambia

"Le misure restrittive – ha spiegato Speranza – sono l’unico vero strumento che ora abbiamo per abbassare il contagio e metterlo sotto controllo. I dati che iniziamo a ricevere lasciano intravedere la luce in fondo al tunnel, ma bisogna avere un approccio prudente". Dunque, questo appiattimento della curva non ci permette realmente di "cantar vittoria", ma "dobbiamo rispettare le misure perché Rt è pari a 1,18", sono ancora parole di Brusaferro, e questo significa che i casi continuano a crescere anche se più lentamente".

Per questo "l’epidemia si mantiene a livelli critici sia per l’incidenza, sia perché le strutture assistenziali sono molto impegnate". "Ci troviamo in una fase di rischio alto in tutto il Paese", ha spiegato il presidente dell’Iss, "ma arrivano segnali di efficacia delle misure; c’è un’Italia un po’ monocolore perché l’epidemia colpisce un po’ tutto il Paese anche se negli ultimi giorni il numero dei casi comincia ad appiattirsi", mentre ha rilevato il direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza, "il dato saliente di questa settimana riguarda l’aumento delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva a causa del Covid-19. Anche se l’Rt è sceso a 1,2, l’incidenza è ancora elevata e supera 730 casi per 100mila abitanti. E questa situazione può durare anche a lungo nonostante l’abbassamento dell’Rt".

L’età media dei contagiati è in crescita, ancora sotto i livelli raggiunti a febbraio-marzo, mentre i ricoverati in terapia intensiva "sono soprattutto individui di sesso maschile" con un’età che "rimane stabile sui 70 anni", ha detto Brusaferro, specificando come la quota dei ricoverati under 50 sia "minima".

 

 

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