Zona gialla: quali sono le regioni a rischio

Dal 26 luglio potrebbero tornare le restrizioni per Sardegna, Sicilia, Veneto, Lazio e Campania: con un'incidenza sopra i 50 casi ogni 100mila abitanti si esce dalla zona bianca. Speranza e Sileri: "Per il cambio di colore pesi di più il tasso di ospedalizzazioni"

Le regole della zona gialla

Le regole della zona gialla

Roma, 16 luglio 2021 - S'avvicina il ritorno della zona gialla.  La variante Delta del Covid galoppa in tutta Europa, e i casi sono in aumento anche in Italia. Mentre si discute sull'opportunità di usare il Green pass, oltre che per i viaggi, anche per gli eventi o addirittura - come in Francia - per andare al bar, al ristorante e al supermercato, l'Iss continua il monitoraggio sui casi, segnalando la crescita dell'indice Rt allo 0.91 e dell'incidenza (qui i dati della scorsa settimana).E visto che la curva del virus si è rimessa a salire, giocoforza almeno in alcuni territori potrebbero tornare le famigerate zone gialle, con tanto di coprifuoco. Uno scenario spaventoso per molti. Anche se il ministro Speranza puntualizza: "Per il cambio di colore ora deve pesare di più il tasso di ospedalizzazione". Che al momento è ancora basso.

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Sommario:

Le zone a rischio

La prospettiva non è immediata: lunedì prossimo non succederà nulla, ma da lunedì 26 luglio potrebbero tornare le prime restrizioni. Basta ricordare che, con un'incidenza sopra i 50 casi ogni 100mila abitanti, la regola vuole che si esca dalla zona bianca a cui ormai ci siamo abituati.

Ma quali sono le regioni più a rischio di cambiare colore? Si parte dalle isole: Sardegna e Sicilia hanno un'incidenza piuttosto alta (rispettivamente 33.2 e 31.8), ma sono preoccupanti anche i dati del Veneto (26.7), del Lazio (24) e della Campania (21.7). Certo, non è detta l'ultiuma parola: col passare dei giorni l'incidenza di queste zone potrebbe diminuire, anziché aumentare.

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L'ultimo monitoraggio non fa ben sperare, visto che, parole dell'Iss, "quasi tutte le Regioni e province autonome sono classificate a rischio epidemico moderato" e a basso rischio resistono solo la provincia di Trento e la Val d'Aosta. A far temere il peggio è sempre la maledetta variante Delta (qui i sintomi) - più contagiosa, anche del 60% in più - che come ovunque anche in Italia corre per diventare prevalente e che entro agosto potrebbe arrivare al 90% dei contagi. Da ricordare poi che oltre all'incidenza, sale anche l'Rt, passato da 0,66 a 0,91 di questa settimana.

La morale? Non bisogna arrestare la campagna vaccinale, visto che la profilassi completa copre  dal rischio di malattia grave. Ad oggi in Italia, tra le categorie fragili, gli over 80 completamente vaccinati sono l'89,02%, gli over 70 il 69,86%, gli over 60 l'56,35%. E, cosa più preoccupante, superano i 2,5 milioni i cittadini nella fascia di età tra i 50 e i 59 anni che non hanno ancora ricevuto neanche la prima dose del vaccino anti Covid. In base ai dati contenuti nel Report settimanale della Struttura del Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, aggiornato alle 16 di oggi e pubblicato sul sito del Governo, sono 2.547.930, pari al 26,40% del totale.

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Speranza, Sileri e i cambi di colore

Vista la inevitabile tensione sulle zone gialle, il ministro della Salute Roberto Speranza cerca in qualche modo di rassicurare: "In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori", ha detto. Anche per il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri "oggi occorre cambiare i parametri e le ospedalizzazioni devono avere un peso maggiore". Perché, spiega, "con l'aumento dei casi" di Covid-19 "ci sarà anche un aumento delle ospedalizzazione, ma non credo sarà così cospicuo. Abbiamo persone che ancora devono fare la seconda dose di vaccino e molti sono giovani".

Settimana decisiva

Il Governo si prepara ad affrontare una settimana decisiva, l'ultima utile per dare una sterzata alla curva dei nuovi contagi: con il prossimo 'decreto emergenza' sembra ormai certo che il green pass sarà rilasciato - in linea con l'Ue - solo con la seconda dose. E resta in piedi l'ipotesi di un lasciapassare alla francese includendo, oltre ad aerei, treni ed eventi, anche ristoranti, palestre e piscine al chiuso. Secondo diversi componenti del Cts - che si riunisce tra lunedì e martedì - bisogna "dare maggiore significatività al green pass". 

Le richieste delle Regioni

"Chiederemo al Governo di togliere l'incidenza dei positivi dai parametri che muovono zone e colorazioni perché il rischio è di decidere delle chiusure per gente positiva a casa, quando il sistema sanitario è pienamente efficiente", sottolineano le Regioni. Ma il calcolo dell'incidenza dei positivi ogni centomila abitanti, il cosiddetto Rt sintomi, probabilmente resterà tra i parametri, pur perdendo la sua discrezionalità nel caso in cui l'occupazione di posti letto in terapia intensiva e nei reparti ordinari non superi le percentuali di rischio del 30 e 40%. Anche su quest'ultimo dato, non si esclude una discussione sulla revisione di queste percentuali, così come diventerà sempre più tassativa la necessità di eseguire un numero minimo di tamponi (in zona bianca 150 test ogni 100mila abitanti). 

Lo stato di emergenza

Nel prossimo decreto sarà anche prevista la proroga dello stato di emergenza, che al momento termina il 31 luglio. Due sono le ipotesi sulla sua prossima scadenza: fine ottobre oppure fine dicembre. I nuovi provvedimenti aspettano di essere supportati dal progressivo incremento delle vaccinazioni, che hanno raggiunto in queste ore quota 60 milioni e sono quasi 26 milioni gli italiani che hanno completato il ciclo, pari al 48,12% della popolazione over 12. 

De Luca all'attacco

"Mi auguro che non ci siano nuove zone gialle, che si ragioni sulla quantità di ricoveri e non sui numeri del contagio - insorge il governatore della Campania Vincenzo De Luca, sentendosi chiamato in causa - Qualunque ministero della Salute o commissario al Covid responsabile avrebbe provveduto a fare un lavoro di prevenzione, non lo hanno fatto. La Campania ha ricevuto meno vaccini di tutti. Se dovessero immaginare zone gialle, la metà della responsabilità sarebbe di questi signori che se ne sono infischiati della Campania".

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