Zona arancione: 8 regioni a rischio, anche la Lombardia. Cosa cambia e differenze

Già mezza Italia ha abbandonato la zona bianca: ecco chi potrebbe cambiare colore (e introdurre restrizioni) secondo gli ultimi dati Agenas. Caso Lombardia: la Regione chiede di conteggiare solo i ricoveri con patologia 'Covid dipendente'

Roma, 12 gennaio 2022 - La pandemia corre alimentata dalla variante Omicron, che, ha avvisato l'Oms, "entro 2 mesi contagerà il 50% degli europei". Crescono rapidamente i casi Covid in tutt'Italia, mentre continua ad aumentare anche la pressione ospedaliera, il parametro chiave per la mappa dei colori. Ricoveri e terapie intensive, infatti, hanno ormai superato al soglia della zona gialla in metà  delPaese ed è sempre più reale, per molte Regioni, il passaggio alla fascia arancione, con nuove restrizioni. Vediamo, qui sotto, chi rischia il cambio di fascia e da quando, le regole e cosa cambia con il Green pass rafforzato, quello base o senza. Vicina al passaggio la Lombardia che chiede però al ministero della Salute di poter conteggiare i pazienti positivi al Covid in maniera differente

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Terapie intensive e ricoveri a livello nazionale

La situazione ospedaliera, a livello nazionale (dati aggiornati all'\, è in lento ma progressivo peggioramento: stanno crescendo da settimane, anche se per fortuna più lentamente rispetto ai contagi, i posti letto occupati nei reparti ordinari e nelle rianimazioni. Il tasso di occupazione dei reparti non critici è salito al 27%, mentre anche le rianimazioni continuano a crescere - anche se più lentamente rispetto ai ricoveri - e hanno toccato il 18%.

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Dati regione per regione

Dati Agenas aggiornati all'11 gennaio

Abruzzo: 26% (reparti), 18% (terapie intensive)

Basilicata: 21% (reparti), 3% (terapie intensive)

Calabria: 38% (reparti), 20% (terapie intensive)

Campania: 25% (reparti), 12% (terapie intensive)

Emilia-Romagna: 24% (reparti), 17% (terapie intensive)

Friuli Venezia Giulia: 28% (reparti), 21% (terapie intensive)

Lazio: 25% (reparti), 21% (terapie intensive)

Liguria: 38% (reparti), 20% (terapie intensive)

Lombardia: 31% (reparti), 17% (terapie intensive)

Marche: 25% (reparti), 22% (terapie intensive)

Molise: 13% (reparti), 5% (terapie intensive)

P.A. Bolzano: 15% (reparti), 14% (terapie intensive)

P.A. Trento: 24% (reparti), 31% (terapie intensive)

Piemonte: 33% (reparti), 24% (terapie intensive)

Puglia: 17% (reparti), 10% (terapie intensive)

Sardegna: 13% (reparti), 14% (terapie intensive)

Sicilia: 32% (reparti), 20% (terapie intensive)

Toscana: 22% (reparti), 21% (terapie intensive)

Umbria: 30% (reparti), 16% (terapie intensive)

Valle d’Aosta: 54% (reparti), 18% (terapie intensive)

Veneto: 25% (reparti), 20% (terapie intensive)

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Zona arancione: quando scatta

Sono tre i parametri da superare a livello regionale per entrare in zona arancione:

  • Incidenza superiore ai 150 casi per 100mila abitanti
  • La soglia del 30% dei posti letto occupati nei reparti ordinari
  • La soglia del 20% dei posti letto occupati nelle terapie intensive

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Chi rischia il passaggio di fascia 

Da lunedì 17 gennaio, secondo gli ultimi dati Agenas e i parametri elencati qui sopra per il cambio di fascia, a rischiare il passaggio in zona arancione sarebbero il Piemonte, che supera entrambi i parametri (ricoveri 33%, Ti 24%), la Liguria, che oltrepassa la soglia dei ricoveri (38%) mentre è al limite per le rianimazioni (20%),  così come la Sicilia (32% ricoveri, 20% terapie intensive) e la Calabria (ricoveri 38%, terapie intensive 20%).

Resta molto in bilico, invece, la Valle D'Aosta, dove i ricoveri sono al 54% e le terapie intensive appena sotto il limite (18%). Oltrepassano il limite delle rianimazioni, invece, e si avvicinano alla soglia dei ricoveri, anche le Marche (25% ricoveri, 22% Ti) e il Friuli Venezia Giulia (28% ricoveri, 21% Ti).

Il caso Lombardia

Per quanto riguarda la Lombardia, il presidente della Regione, Attilio Fontana, ha dichiarato che "la direzione è sicuramente quella" della zona arancione, ma i dati (31% ricoveri, 17% terapie intensive) lasciano ancora margini per evitare il cambio di fascia già da lunedì prossimo. Ma la Lombardia potrebbe comunque dribblare la zona arancione: la regione ha chiesto al ministero della Salute di non conteggiare come ricoveri dovuti al coronavirus i pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi. Lo ha spiegato in una nota la Direzione Generale Welfare che invoca la svolta per "dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid". Da venerdì la Regione darà ancora il numero totale dei ricoverati positivi ma "sarà in grado di distinguere all'interno dei 'ricoveri Covid positivi', quali ricoveri afferiscono direttamente a una patologia 'Covid-dipendente' (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie)". Dovesse arrivare l'ok del Ministero, creerebbe un precedente in grado di rivoluzionare il sistema dei colori. 

Le altre

Ci sono inoltre altre due Regioni che presentano valori oltre il limite delle terapie intensive, ma dovrebbe momentaneamente non cambiare il colore per i ricoveri ancora sotto al limite: si tratta della P.A. Trento (24% ricoveri, 31% terapie intensive) e del Lazio (25% ricoveri, 21% terapie intensive). Bisognerà, quindi, tenere sotto controllo la situazione epidemiologica e scongiurare un cambio di colore lunedì 24 gennaio

Le regole della zona arancione 

Le regole della zona arancione
Le regole della zona arancione

Partiamo con il ricordare che le restrizioni della zona arancione non toccano chi possiede il super Green pass, ovvero chi si è sottoposto alla vaccinazione o è guarito dal Covid. La questione cambia, invece, per chi non è in possesso del Green pass, ovvero non si è sottoposto nemmeno al tampone, e per i non vaccinati. Vediamo come.

Per chi non ha il Green pass, gli spostamenti con mezzo proprio verso altri comuni della stessa Regione o verso altre Regioni/P.A. sono consentiti solo per lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune (con autocertificazione). Restano consentiti, invece, gli spostamenti da comuni di massimo 5mila abitanti, verso altri comuni entro i 30 km, eccetto il capoluogo di provincia. È vietato inoltre l'accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi).

Per chi ha il Green pass base (tampone negativo), invece, è vietato l'accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi), ma anche l'effettuazione di corsi di formazione in presenza e la pratica di sport di contatto all'aperto.

La mappa attuale dell'Italia

Per il momento, sono in zona bianca: Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Umbria. Sono, invece, in fascia gialla Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e alle Province autonome di Trento e di Bolzano.

E la zona rossa?

Ma c'è chi rischia una zona rossaRicordiamo innanzitutto i parametri di questa fascia: si entra in zona rossa nei territori dove l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica supera il 40% e quello in terapia intensiva supera il 30%. E, al momento, nessuna regione si avvicina a tali parametri: la Calabria è al 38% per i ricoveri, mentre le terapie intensive sono al limite (20%); stesso discorso per la Liguria, che sfiora il limite dei ricoveri (38%), ma si ferma al 20% per le terapie intensive. L'unica ad aver superato la soglia dei ricoveri è la Valle D'Aosta (54%), dove però le rianimazioni sono ferme al 18%.