Zona arancione in Italia: le regioni a rischio dal 31 gennaio. E forse sarà l'ultima volta

I dati Agenas su ricoveri e terapie intensive. Il sottosegretario Costa: "Superare il sistema dei colori? Credo andremo in questa direzione"

Roma, 26 gennaio 2022 - Manca sempre meno al verdetto della cabina di regia che venerdì stabilirà quali regioni passeranno in zona arancione (qui la tabella con le regole) e quali in gialla. Resta sullo sfondo anche la zona rossa, con cui si ritorna ai vecchi lockdown e coprifuoco: nessun territorio al momento è a rischio, anche se rimane il caso Valle D'Aosta che, con i pochi posti letto disponibili in rianimazione e i ricoveri oltre il 50%, è sempre in bilico. La mappa che si delineerà il 28 gennaio, in base alla situazione ospedaliera del Covid in Italia, potrebbe essere l'ultima: da tempo infatti le Regioni chiedono il superamento del sistema a colori e il governo potrebbe accontentarle. "Credo che andremo verso questa direzione - ha dichiarato al Tg1 il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa -. Mantenere la zona rossa come zona di controllo e monitoraggio, ma togliere ogni restrizione in quella zona, significa dare fiducia ai cittadini, quei 47 milioni che si sono vaccinati e a tutte le attività economiche".

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Per questa settimana, però, colori e parametri rimangono invariati: vediamo allora quali sono le regioni che, sulla base degli ultimi dati Agenas, rischiano di cambiare fascia e ricordiamo cosa cambia, ripetendo le diverse regole.

Le terapie intensive in Italia
Le terapie intensive in Italia

Sommario

Le percentuali regione per regione

Dati aggiornati al 26 gennaio

Abruzzo: 31% (reparti), 23% (terapie intensive)

Basilicata: 26% (reparti), 6% (terapie intensive)

Calabria: 38% (reparti), 17% (terapie intensive)

Campania: 31% (reparti), 13% (terapie intensive)

Emilia-Romagna: 29% (reparti), 17% (terapie intensive)

Friuli Venezia Giulia: 38% (reparti), 23% (terapie intensive)

Lazio: 33% (reparti), 22% (terapie intensive)

Liguria: 41% (reparti), 18% (terapie intensive)

Lombardia: 33% (reparti), 14% (terapie intensive)

Marche: 30% (reparti), 23% (terapie intensive)

Molise: 19% (reparti), 8% (terapie intensive)

P.A. Bolzano: 21% (reparti), 14% (terapie intensive)

P.A. Trento: 28% (reparti), 27% (terapie intensive)

Piemonte: 31% (reparti), 22% (terapie intensive)

Puglia: 24% (reparti), 12% (terapie intensive)

Sardegna: 20% (reparti), 16% (terapie intensive)

Sicilia: 38% (reparti), 18% (terapie intensive)

Toscana: 27% (reparti), 21% (terapie intensive)

Umbria: 29% (reparti), 8% (terapie intensive)

Valle d’Aosta: 52% (reparti), 18% (terapie intensive)

Veneto: 26% (reparti), 17% (terapie intensive)

I parametri del cambio di colore

Colori delle regioni: i parametri per cambiare
Colori delle regioni: i parametri per cambiare

I parametri sono tre: il tasso di occupazione dei reparti ordinari, il tasso di occupazione delle terapie intensive e l'incidenza di casi ogni 100mila abitanti. Quest'ultima, però, considerati i numeri attuali è superflua: tutte le Regioni infatti hanno un'incidenza di positivi ben oltre le soglie previste per tutte e tre le zone.

  • Zona gialla: rianimazioni >10%, ricoveri >15%, incidenza ≥ 50
  • Zona arancione: rianimazioni >20%, ricoveri >30%, incidenza ≥ 150
  • Zona rossa: rianimazioni >30%, ricoveri >40%, incidenza ≥ 150

Zona gialla: le regioni

La zona gialla è ormai diventata normalità nelle mappa dell'Italia. Basta pensare che sono solo 5 le Regioni in area bianca: Basilicata, Molise, Puglia, Sardegna, Umbria. E non è detto che la prossima settimana non diminuiscano ancora: Puglia e Sardegna al momento superano le soglie previste per ricoveri e terapie intensive e, a meno di un netto miglioramento da qui a venerdì, si coloreranno di giallo. Ricordiamo, comunque, che con le regole attuali la zona gialla non comporta alcun cambiamento dal punto di vista delle restrizioni: le mascherine all'aperto, infatti, sono obbligatorie in tutta la Penisola, al di là dei colori. 

Zona arancione: chi rischia?

Nella fascia intermedia, al momento, si trovano Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Sicilia e Valle D'Aosta. Vediamo quali sono le Regioni che potrebbero passare in zona arancione da lunedì. Quelle che rischiano di più il Lazio e le Marche che hanno già superato le soglie. Da tenere d'occhio in questi giorni, per quanto riguarda l'andamento della pressione ospedaliera, anche Calabria, Liguria, Trento e Toscana. Più difficile, a meno di un improvviso incremento di pazienti, il passaggio di colore di altre Regioni. 

Le regole della zona arancione

Le regole della zona arancione
Le regole della zona arancione

In zona arancione per chi ha il super Green pass non cambia nulla rispetto alle aree più chiare. Le maggiori restrizioni, invece, riguardano chi non possiede il certificato verde base (ottenibile con vaccinazione, guarigione o tampone negativo). A questa categoria è vietato lo spostamento verso un altro Comune o un'altra regione se non per motivi di lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel comune di residenza. Non è consentito, inoltre, l'accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi) a chi non possiede almeno il Pass base. 

Zona rossa: la situazione

La zona rossa al momento non sembra poter comparire nella mappa dei colori. Almeno non dalla settimana prossima. La Regione che più si avvicina ai parametri previsti è il Friuli Venezia Giulia che, come riportato sopra, ha il 38% dei reparti e il 23% delle rianimazioni occupati. Ancora distante dunque dalle soglie del 40% e 30%. Resta però da tenere sotto controllo la situazione della Valle d'Aosta da giorni in bilico tra la zona gialla e la zona rossa: il tasso di occupazione dell'area medica è addirittura al 52%, le rianimazioni invece sono da zona gialla (al 18%). Ma i pochi posti disponibili in terapia intensiva possono portare a una cambiamento rapido della percentuale per cui nulla è da escludere.  

In zona rossa, a differenza delle altre aree, le regole sono uguali per tutti (vaccinati e non). Scattano dunque le chiusure, con coprifuoco e limitazioni agli spostamenti (se non per comprovate esigenze di lavoro, salute, necessità). Chiudono cinema, musei, palestre, negozi (tranne quelli di prima necessità). La scuola va in Dad. Per ristoranti e bar sono consentiti solo l’asporto e la consegna a domicilio.