Roma, 27 settembre 2021 - Quando chiudete la portiera, datevi un’occhiata attorno. Perché loro, le zanzare giapponesi che stanno invadendo il nord Italia, come tutte le loro simili "entrano in auto e viaggiano con noi. Attratte da nero, caldo e anidride carbonica", spiega Fabrizio Montarsi, biologo del laboratorio di parassitologia all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (IZSVe). "Diurna, molesta, punge l’uomo e depone uova resistenti al freddo invernale. È un potenziale vettore di encefalite giapponese, West Nile virus e di filarie", così un opuscolo dell’istituto descrive l’Aedes japonicus che sta conquistando le nostre città. Terza dopo la zanzara tigre alla quale assomiglia, anche se la supera per dimensioni, e la zanzara coreana. "Con l'inverno muore ma le uova resistono anche senz'acqua e al freddo - chiarisce il biologo -. Quella delle basse temperature è proprio una loro caratteristica. Le abbiamo trovate anche a novembre, anche in zone di montagna, fino a mille metri". E in paesi dal clima ancora più rigido. Oltre all'Austria anche Svizzera, Germania, Ungheria.
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Come è arrivata in Italia?
La zanzara giapponese, ha ricostruito l'istituto zooprofilattico delle Venezie, è arrivata nel nostro Paese sei anni fa. Quando è stata trovata in una valle del Friuli Venezia Giulia confinante con l'Austria. In tre anni ha fatto un bel po' di strada e la sua presenza è stata segnalata in tutta l'area montana e pedemontana. "In Europa - aggiunge Montarsi - è stata trovata in contemporanea in diversi luoghi. In Italia è arrivata dall'Austria, probabilmente portata dalle auto. Abbiamo trovato esemplari sull'autostrada, dal Tarvisio".
Che rischi ci sono?
Non c'è allarme sanitario, mette in chiaro l'esperto. Anche se la zanzara giapponese può essere "un potenziale vettore di encefalite giapponese, West Nile virus e di filarie". Ma dell'encefalite "non si sono mai verificati casi in Italia e in Europa".
Come possiamo difenderci?
Ma quali armi abbiamo per tenerla sotto controllo? Quelle di sempre. "Intanto usando repellenti se facciamo attività all'aria aperta - mette in fila l'esperto -. Fortemente raccomandato poi eliminare i contenitori che possono accumulare acqua anche in piccole quantità come secchi e bidoni per orti. Evitare il ristagno di acqua nei sottovasi oppure svuotarli almeno una volta a settimana per evitare che le uova di zanzara si possano sviluppare. Trattare i tombini privati e le vasche all’aperto con larvicidi. In sintesi, spiega Montarsi, "non dobbiamo allevare le zanzare". Che sono abituate a fare il giro del mondo. "Una classica via di diffusione sono le piante ornamentali o gli pneumatici usati - svela il biologo -. Così, ad esempio, la zanzara tigre è arrivata dal sud est asiatico negli Usa e in Italia, precisamente a Padova".