Zanardi operato in segreto, resta in rianimazione

Sabato l’intervento al cervello, il quarto in un mese: ieri la conferma. Il San Raffaele: "Trattate complicanze tardive per il trauma dell’incidente". .

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di Giulia Bonezzi

Alex Zanardi è stato operato di nuovo al cervello sabato sera, poco più di ventiquattr’ore dopo il suo arrivo al San Raffaele da Villa Beretta, il centro di riabilitazione nel Lecchese dov’era stato trasferito una settimana fa dal Policlinico delle Scotte di Siena. È la quarta volta che il campione va sotto i ferri dall’incidente in handbike a Pienza. L’ospedale milanese ne ha dato notizia ieri, a quarantott’ore dall’intervento, spiegando che "al momento gli accertamenti clinici e radiologici" ne "confermano il buon esito" e che "le attuali condizioni cliniche del paziente, tuttora ricoverato in Terapia intensiva neurochirurgica, appaiono stabili".

"Il giorno successivo al trasferimento presso la Terapia intensiva neurochirurgica diretta dal professor Luigi Beretta - ha spiegato il San Raffaele in una nota - il paziente è stato sottoposto a una delicata procedura neurochirurgica eseguita dal professor Pietro Mortini", il primario di Neurochirurgia dell’Irccs milanese, "per il trattamento di alcune complicanze tardive dovute al trauma cranico primitivo". Quello riportato nell’impatto contro un camion il 19 giugno, dopo che il campione si era ribaltato in curva e in discesa con la sua handbike durante una corsa non competitiva sulla statale della Val d’Orcia. Zanardi, portato in elicottero all’ospedale delle Scotte, lì era stato operato in urgenza e poi aveva subìto altri due interventi, il 29 giugno e il 6 luglio, al cervello e di ricostruzione, per ridurre le fratture riportate nello scontro (i medici di Siena avevano parlato di "fracasso facciale e frattura affondata delle ossa del frontale").

Quindici giorni dopo, il pilota e atleta paralimpico era stato dimesso e trasferito a Costa Masnaga, in provincia di Lecco, per iniziare un lungo percorso di riabilitazione neurologica a Villa Beretta. Ma dopo nemmeno quattro giorni il centro che fa capo all’ospedale Valduce aveva comunicato a sorpresa il trasferimento di Zanardi di nuovo in terapia intensiva, per "intercorsa instabilità" delle sue condizioni cliniche; e al San Raffaele anche perché ospedale dotato di una Neurochirurgia.

Al suo arrivo nel reparto del professor Beretta, intorno alle 16.30 di venerdì, per il campione è iniziata una serie serrata di accertamenti, tra cui Tac e risonanza magnetica: la priorità era individuare le cause dell’"instabilità" dei parametri, oltre alla febbre dovuta a un’infezione batterica post-traumatica, che a quanto si apprende in seguito è scomparsa. I medici del San Raffaele hanno scoperto alcune "complicanze tardive" del trauma cranico che possono aver avuto un ruolo nel rendere il paziente, già critico, anche "instabile". A quanto il nostro giornale può ricostruire, tutto è avvenuto in velocità: sabato sera la decisione d’intervenire è stata condivisa dagli specialisti con Daniela, la moglie di Zanardi che è rimasta sempre al suo fianco e si è affidata totalmente al parere dei medici. Nella notte il pilota è tornato sotto i ferri. L’operazione, condotta dal primario Mortini, è durata un paio d’ore, che non sono moltissime per un intervento di neurochirurgia. E da ambienti medici trapela un cauto ottimismo sulla risposta di Zanardi, che rimane ricoverato in Terapia intensiva neurochirurgica, parzialmente sedato; sempre un paziente critico, ma ora "stabile".

Sulla prognosi nessuno si può sbilanciare e in generale prevale la cautela sulle condizioni dell’atleta, protette dal massimo riserbo dopo la batosta del peggioramento arrivato proprio quando la famiglia e tutti coloro che lo amano e lo ammirano pensavano potesse cominciare la sua seconda scalata, quantunque descritta "dura come l’Himalaya". Ma Alex, il pilota che ha perso le gambe ed è tornato a correre e vincere anche da atleta, è ancora lì a lottare.