Zanardi, Alessandro Nannini: "Alex stupirà i medici. È una forza della natura"

Intervista all’ex pilota, che si ritirò dalla F1 dopo un incidente in elicottero. "Si sopravvive a questi drammatici momenti solo con il proprio coraggio"

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"Io ci credo al destino. Ci ho creduto quando ha bussato alla mia porta il 12 ottobre del 1990 con l’incidente sull’elicottero davanti alla villa di famiglia a Belriguardo, proprio nel momento migliore della mia carriera in Formula 1, dopo che avevo rifiutato di correre per la Ferrari. Così come credo oggi che il destino aspettasse Alex Zanardi, dietro quella curva maledetta sulla strada di Pienza".

Alessandro Nannini si concede malvolentieri al taccuino del cronista a casa sua, nelle campagne senesi. "Sai che non mi piace questo genere di interviste. La gente pensa che tu voglia metterti in vetrina, mentre c’è un uomo che sta lottando per la vita in ospedale. Ma considero Zanardi una forza della natura. E gli auguro di farsi beffe anche di un destino cattivo".

Lei è amico di Alex Zanardi?

"Amico intimo non direi. Sui circuiti l’ho visto 4 o 5 volte. Ai miei tempi lui era giovanissimo, si affacciava alle gare da esordiente. Non lo conosco come Patrese o altri, ci siamo incrociati poche volte anche nelle iniziative di solidarietà. Questo non vuol dire che ciò che gli è capitato non mi provochi un dispiacere enorme".

Solidarietà tra sportivi sfortunati?

"Gli incidenti che sono toccati a lui sono molto più gravi di quello che è toccato a me. Alex Zanardi ha lottato molto più di me contro la cattiva sorte. E ha reagito molto meglio, ha dimostrato una capacità di lottare e di amare la vita che non hanno eguali. Tutti noi gli dobbiamo qualcosa. È una forza della natura, ci ha insegnato tanto con il suo esempio".

Ha pensato di andarlo a trovare in ospedale a Siena?

"Non voglio andare in ospedale. Non mi farebbero entrare per la storia del Covid e non conosco la moglie per poter chiedere un permesso del genere. Poi vale quello che ti ho detto all’inizio, potrebbe sembrare una passerella per farsi pubblicità. Preferisco mandargli un grande in bocca al lupo. Ovviamente usando parole toscane molto più colorite per l’augurio".

Siena sembra un posto tabu per i corridori

"L’incidente poteva accadere ovunque, qui come a New York, a Pienza come altrove. E se mi chiedi come andrà a finire, ti rispondo che nessuno lo sa. Ascoltate i medici, ma non pensate che sappiano tutto. Ora neanche loro si immaginano i possibili sviluppi delle condizioni di Zanardi, come uscirà dall’intervento alla testa. A me hanno detto che non sarei mai tornato a correre. Un anno e mezzo dopo vincevo al Mugello nel Campionato Turismo".

Le fa piacere vedere il grande affetto e la commozione di tutto il mondo che si è stretto attorno a Zanardi?

"Alex è una persona fantastica, è davvero speciale. Ma ho imparato un’altra cosa nella mia vita; sopravvivi alla sorte avversa, agli incidenti drammatici solo grazie alle tue forze e a quelle di chi ti sta accanto. Il sostegno e le lacrime della gente non le senti, non passano attraverso quei vetri in un reparto d’ospedale".