Sabato 20 Aprile 2024

"Yalla, vittoria!". Ed è festa globale per il Marocco. Ma a Milano accoltellato un tifoso

Caroselli di auto, bandiere e canti. Il ferito rischia la vita dopo essere stato colpito da un giovane dell’Est. Mezzo milione di marocchini in Italia: "Ha vinto il nostro popolo". Cortei in tante capitali europee

Il grido che si è alzato in tante piazze di tutto il mondo riempite dai tifosi marocchini è stato unico: in italiano "Dio, Patria, Re", le parole del motto alla fine dell’Inno nazionale del Regno del Marocco che è risuonato da Parigi ad Amsterdam, da Torino a Bologna a Palermo, addirittura da Lisbona a Madrid, le due capitali che hanno subito l’onta dell’eliminazione da parte dei rossoverdi nordafricani.

La festa dei tifosi marocchini a Milano dopo i quarti di finale
La festa dei tifosi marocchini a Milano dopo i quarti di finale

"Yalla", vittoria, l’altra parola cardine, urlata alla fine della partita con il Portogallo vista davanti ai tanti maxischermi allestiti ovunque. Ma una parola purtroppo è anche dolore perché a Milano, dove oltre cinquemila persone si erano radunate fra Corso Buenos Aires e Piazza Duomo, un tifoso nordafricano è stato accoltellato durante la festa. Pare stesse cercando di sedare una rissa tra un gruppo di almeno cinque giovani marocchini. Nell’agitazione del momento avrebbe urtato accidentalmente un passante, un giovane dell’est Europa ed estraneo ai festeggiamenti e ora ricercato, il quale, senza apparente motivo, lo ha accoltellato e poi è fuggito in direzione di Piazzale Loreto. Altri tre feriti, lievi, in zuffe e liti in strada.

Peccato per questa macchia in una festa così colorata da fare scrivere a un milanese, postando la foto delle bandiere rossoverdi che sventolano sul suo profilo social: "Sembra Marrakech" e accanto la bandiera del Paese nordafricano. A Rabat e in tutto il Marocco era logico attendersi la gente nelle strade, ma tutte le comunità sparse per il mondo hanno replicato in grande i cortei che già si erano visti dopo la vittoria sulla Spagna. Ha festeggiato pure la comunità marocchina di Amadora, il grosso comune alle porte di Lisbona che ospita la maggior parte dei nordafricani portoghesi: nonostante la delusione dei tifosi di casa non sono segnalati incidenti. Che comunque non hanno riguardato le altre città italiane dove le scene di giubilo hanno prevalso.

I marocchini d’Italia sono oltre 450mila, la comunità più forte è quella di Torino (oltre 17mila residenti) e infatti la città sabauda è stata invasa dalla marea rossoverde che, partita dal quartiere Barriera di Milano, ha sfilato lungo l’iconico Corso Giulio Cesare. Ma è stata soprattutto Parigi a concentrare l’attenzione popolare. In Francia vivono oltre un milione e trecentomila cittadini provenienti dal Marocco oltre a quelli da tempo naturalizzati e comunque il Paese nordafricano è indipendente dalla Francia solo dal 1956 e il musicista che ne ha scritto l’Inno sceriffano è un francese, ex militare che guidava la guarnigione nel Protettorato, Leo Morgan. Sulle sue note, il poeta Ali Squalli Houssaini ha scritto le parole che iniziano solennemente: "Terra di uomini liberi".

E questi uomini hanno riempito in libertà e allegria gli Champs Elysées accogliendo nella loro sfilata i "colleghi" degli altri Stati africani, anche loro rappresentati dal primo Paese del loro Continente a giungere così avanti in un Mondiale. E chissà… Quello che accadrà mercoledì, il giorno di Francia-Marocco, nelle strade di Parigi è un’incognita. Le promesse di pace dei tifosi fanno ben sperare.