Giovedì 18 Aprile 2024

Willy, il maestro di arti marziali: "Fuori i violenti dalle palestre"

Alessandro Chiarini, istruttutore della Federazione italiana di Krav Maga: "Chi insegna le nostre discipline ha una grande responsabilità e deve saper prendere decisioni difficili"

Gabriele e Marco Bianchi, due degli arrestati per la morte di Willy

Gabriele e Marco Bianchi, due degli arrestati per la morte di Willy

Bologna, 9 settembre 2020. "I violenti che vogliono imparare le arti marziali solo per fare del male dovrebbero essere cacciati dalle palestre". Alessandro Chiarini (nella foto), istruttore bolognese della Federazione italiana di Krav Maga – disciplina di combattimento israeliana che mischia diverse tecniche di lotta – è per la tolleranza zero.

Alessandro Chiarini, istruttore di Krav Maga
Alessandro Chiarini, istruttore di Krav Maga

Due dei ragazzi fermati per l’omicidio di Willy praticavano Mma, ovvero arti marziali miste. Questo sport ha colpi che possono danneggiare di più l’avversario, rispetto ad altre discipline più tradizionali?

"No, è uno sport in cui si utilizzano diverse tecniche, ma ci sono delle regole: non si possono colpire i genitali o la nuca. Non è vero che sul ring si possa fare tutto. C’è un arbitro e il regolamento è molto severo".

Ma chi pratica Mma, in una rissa può fare più male?

"In situazioni caotiche è difficile mantenere la tecnica: un pugno dato male alla tempia, anche da chi non pratica arti marziali, può causare danni irreparabili. Nel caso di Colleferro poi parliamo di quattro belve che si sono accanite su un ragazzo a terra. Era solo violenza, le arti marziali non c’entrano nulla".

Ma un colpo di Mma può uccidere una persona?

"Come nella boxe, può succedere. Ma le morti negli sport da combattimento sono davvero poche e anche i casi di cronaca che coinvolgono lottatori sono rari. Inoltre dal punto di vista penale è considerata un’aggravante la conoscenza di queste discipline. La palestra dovrebbe insegnare il rispetto per gli avversari e che la vita non è un ring".

E se non succede?

"Se non c’è possibilità di recupero, i violenti dovrebbero essere allontanati".

A lei è capitato di dover mandare via qualcuno dalla sua palestra?

"Sì, e purtroppo ho anche saputo che sono poi stati accolti da altri istruttori. Chi insegna arti marziali ha davvero una grande responsabilità e deve saper prendere decisioni difficili".