Wi-fi gratis in vacanza, reti libere ma insicure. "A rischio dati e soldi"

Gli 'hotspot free' utilizzati dall'89% dei turisti italiani. Ma la polizia postale avverte: "Così lo smartphone viene violato"

Reti wi-fi

Reti wi-fi

Roma, 23 luglio 2018 - Sotto all’ombrellone dello stabilimento balneare, nella hall o nella camera dell’albergo, in coda per il check-in all’aeroporto, ai tavolini del caffè in piazza. Piacevole, comodo e soprattutto gratuito: le reti Wi-fi gratis hanno conquistato l’Italia e i turisti italiani, ma il pericolo di dare in pasto le informazioni sensibili dello smartphone agli hacker è molto elevato. La quasi totalità degli utenti (l’89% degli italiani, secondo una ricerca di Norton by Symantec) mette a repentaglio i propri cellulari. "Diffidare sempre – consiglia il vice questore Ivano Gabrielli, responsabile del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) della polizia postale –, spesso dietro all’attività di un hotel si può nascondere un criminale informatico che ‘sniffa’ il traffico dati. Evitare di compiere transazioni bancarie, andare su siti per adulti o aprire la mail inserendo le proprie credenziali. Per non esporsi ai rischi, bisogna creare una connessione sicura con una rete privata virtuale". Un sito web è protetto se nell’url si legge https (Hypertext transfer protocol secure) seguito dal simbolo di un piccolo lucchetto. Anche in questo caso, però, i dati sono vulnerabili se la connessione Internet non è sicura al 100%. Le informazioni viaggiano crittografate se si installa un software Vpn (Virtual private network).

Più di un italiano su sei ammette di aver usato una rete Wi-fi pubblica aperta per guardare siti porno in un albergo o casa vacanze (35%), al bar o ristorante (33%), al lavoro (28%), in aeroporto (26%), in una stazione ferroviaria o dei bus (17%), in biblioteca (17%), in un bagno pubblico (16%). L’89% mette a rischio le informazioni personali quando utilizza una Wi-fi pubblica – controllando il conto o accedendo all’account di posta –, il 66% non utilizza una Vpn per proteggere la connessione anche se proprio il sistema Vpn sia considerato lo scudo più efficace.

Tuttavia, nonostante l’apparente "sprezzo del pericolo", la paura è tanta: il 33% è terrorizzato dall’idea che i dettagli del proprio conto corrente o informazioni finanziarie possano essere sottratti; il 26% teme che possano essere rivelati i segreti più intimi; il 22% teme per la sorte delle immagini, specie quelle hot e della famiglia; il 18% sostiene che sarebbe imbarazzante se i dettagli delle proprie chat venissero pubblicati on line; il 42% pagherebbe per evitare che le informazioni sottratte vengano diffuse ad amici, famiglia, superiori al lavoro, figli, partner. Nonostante la recente legislazione Ue abbia abolito i costi del roaming dati, il 70% degli italiani continua a usare una Wi-fi rischiosa, soprattutto per evitare di erodere il pacchetto dati mensile (42%).

Come ogni estate la polizia postale dà la caccia a migliaia di truffe in Rete, soprattutto legate all’affitto di case-fantasma. Il dirigente Gabrielli spiega: "Per la ricerca delle vacanze su Internet proliferano annunci caratterizzati da una iperbolia che trae in inganno chi è più sprovveduto. Spuntano truffe così ogni anno, situazioni in cui i soggetti rubano l’account di qualche portale che vende servizi vacanzieri e si sostituiscono a loro. I grandi portali effettuano più verifiche con transazioni mediate, sono più attenti a non avere dietro attività truffaldine".

E conclude: "Consigliamo di rivolgersi sempre a piattaforme che prevedono una valutazione interna, poi è importante verificare gli annunci e controllare se sono presenti su più piattaforme e con quali foto. Verificare da quanto tempo è in Rete l’annuncio che interessa, se nei forum ne parlano, vedere su Google Maps se il bene esiste veramente. Essere scettici sulle offerte troppo vantaggiose, soprattutto in questo periodo. Chi ha programmato le ferie, ha già riempito le strutture per l’80% e trovare offerte clamorose in questo momento è strano. Diffidare da strumenti di pagamento che non prevedono un momento di congelamento di denaro (come avviene invece su, per esempio, PayPal, dove la piattaforma fa da garante nella transazione, ndr). I pagamenti con ricariche di postepay, carte prepagate o bonifici effettuati verso uno Stato diverso da quello di villeggiatura sono sospetti".

© RIPRODUZIONE RISERVATA