Weinstein, l’accusa di abusi e la difesa choc "Le attrici andavano con lui per far carriera"

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"Guardatelo. Non è Brad Pitt o George Clooney. Andavano con lui perché era potente": così, additando il suo cliente in sedia a rotelle, il difensore di Harvey Weinstein, Mark Werksman, ha argomentato che "le bellissime donne" che ora accusano di molestie e stupri l’ex produttore si erano piegate alle sue richieste perché da lui dipendeva la loro carriera. Al processo di Los Angeles – il secondo dopo la condanna a New York a 23 anni di carcere – Werksman ha parlato di "sesso mercenario": "Forse allora era spiacevole. Ora è imbarazzante. Ma lo facevano tutte. Mentre per uomini ricchi e potenti come Weinstein il sesso era una merce di scambio". Il processo a Weinstein è entrato nel vivo: dopo le argomentazioni della procura e del difensore, la giuria ha ascoltato ‘Jane Doe 1’, un’attrice straniera che ha deposto assistita da un interprete russo. "Mi ha forzato. Io piangevo", ha testimoniato la donna nel racconto di un’escalation di violenza nella sua camera di albergo a Los Angeles. Protetta dall’anonimato, l’attrice ha detto di esser stata aggredita da Weinstein e costretta a un atto di sesso orale nel febbraio 2013, durante il fine settimana degli Oscar, quando, dopo la prima del Festival Los Angeles Italia, l’allora re di Hollywood si era presentato al suo albergo nel cuore della notte. All’epoca Weinstein aveva incontrato ’Jane Doe 1’ solo di sfuggita a un paio di eventi a Roma dove allora viveva. A Los Angeles "non avevamo scambiato che poche parole nella saletta Vip", ha testimoniato la donna, che all’epoca viveva a Roma ed era stata invitata dal fondatore del festival Pascal Vicedomini. "Ero terrorizzata. Trattava la mia stanza come fosse casa sua, trattava me come non fossi un essere umano", ha raccontato singhiozzando di quando Weinstein si introdusse a forza nella sua stanza d’albergo. "Si tolse i pantaloni, mi prese per i capelli spingendomi la testa verso le sue parti intime. Mi forzò a fare quel che non volevo... Piangevo, soffocavo", ha aggiunto tra le lacrime. "Non una singola accusatrice è andata alla polizia fino ad anni dopo il fatto", ha detto Werksman alla giuria promettendo "un fiume di mail e sms delle stesse donne che lo accusano e che chiedevano nuovi incontri, esprimevano rincrescimento per non averlo visto, chiedevano nuovi favori".

Marco Principini