Mercoledì 24 Aprile 2024

W la squola e chissenefrega del plexiglas

Leo

Turrini

La squola (esatto, con la “q”) e noi. Un tormentone infinito! Premessa: fosse tutto vero quello che da decenni ci andiamo raccontando sul presunto sfascio della istruzione pubblica, insomma, non si capirebbe come mai i giovani ricercatori italiani siano così ben voluti all’estero. Parliamo di ragazzi e ragazze che hanno studiato nelle nostre aule disastrate, con i nostri insegnanti ovviamente impreparati, con strumenti didattici rovinosamente inadeguati. Strano che nessuno colga la plateale contraddizione. Questo dovrebbe essere un Paese di ignoranti, di semi analfabeti, di renitenti all’apprendimento. Invece, più delle bocciature del sistema, delle geremiadi sfasciste, forse è il caso di ragionare sull’approccio nazionalpopolare alla scuola (stavolta senza “q”).

In breve. In presenza della emergenza Covid, ci siamo posti il problema delle classi scolastiche come... parcheggio. Oddio, come faranno i genitori senza un luogo in cui "depositare" i figli? Poi, quando l’allarme virus fortunatamente è scemato, ecco la preoccupazione per le lezioni di settembre. Mascherine? Distanziamento? Aule insufficienti? Il plexiglas, la ministra Azzolina e Salvini (sembra il titolo di un film di Totò)? Ingressi scaglionati? Campanelle che suonano a capocchia? Siamo vincoli o sparpagliati, come diceva Pappagone in tv? E nessuno, dai politici alle famiglie, con uno straccio di riflessione sulla qualità della didattica, come dovranno per forza cambiare i metodi di insegnamento, quali saranno le conseguenze sociali del ritorno in aula.

Sicché sempre lì torniamo. Aldo Moro e Pietro Nenni, all’alba dei favolosi anni 60, non vollero il prolungamento dell’obbligo scolastico per ridurre alle famiglie un peso "domestico". Credevano invece nella scuola come unica vera forma di ascensore sociale, come arma contro le diseguaglianze. Non parlare più delle aule come parcheggi, con plexiglas o senza. Ecco la vera riforma che stiamo aspettando (anche se non è vero che fa tutto schifo).