Una delle conseguenze immediate dell’escalation di ieri è stato l’innalzamento del perzzo del petrolio dopo gli stop degli oleodotti provocati, ufficialmente da problemi tencici. La mancanza di energia elettrica ha costretto l’Ucraina a sospendere il trasferimento di petrolio russo attraverso il suo territorio verso l’Europa.
Kiev ha comunicato dapprima all’operatore russo Transneft di essere stata costretta a sospendere il pompaggio del greggio attraverso l’oleodotto Druzhba in direzione dell’Ungheria, ha detto all’agenzia Tass un portavoce della stessa Transneft. Lo stesso oleodotto ha interrotto il flusso verso la Slovacchia.
Nonostante il conflitto, petrolio e gas russi continuano ad essere esportati in Europa attraverso l’Ucraina, che per questo viene pagata da Mosca per i diritti di transito.
I prezzi del petrolio sono immediatemente saliti di oltre l’1% dopo la notizia. I futures del Brent sono saliti dell’1,5% a 94,52 al barile. Il West Texas Intermediate ha guadagnato l’1,9% a 87,47 dollari.
A Budapest il premier Viktor Orban ha convocato il Consiglio di difesa in risposta all’interruzione del trasferimento di
petrolio attraverso l’oleodotto Druzhba e dopo che dei missili hanno colpito il territorio della Polonia.