Giovedì 18 Aprile 2024

Vivere sulla Luna: il Made in Italy va nello spazio

Contratto fra Thales Alenia Space e l’Asi. Sedici progetti per le future basi sul satellite

Fra i 16 progetti spicca lo ’Shelter’, modulo abitabile che potrà diventare un rifugio

Fra i 16 progetti spicca lo ’Shelter’, modulo abitabile che potrà diventare un rifugio

Laboratori, abitazioni per gli astronauti, un sistema per le telecomunicazioni fra la Terra, la Luna e la futura stazione spaziale Gateway nell’orbita lunare: sono 16 i progetti per le future basi lunari pronti a partire grazie all’accordo firmato da Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). L’iniziativa, partita dall’Asi, si colloca nell’ambito dell’accordo di collaborazione con la Nasa nell’ambito del programma Artemis per l’esplorazione lunare.

Dei 16 progetti un particolare interesse è rivolto allo Shelter, un modulo abitabile per la superficie lunare che potrà diventare un rifugio pressurizzato per gli astronauti in caso di emergenza. In programma anche un sistema di telecomunicazioni fra i vari elementi della base lunare, la stazione Gateway e la Terra. Si studieranno inoltre la fattibilità di un laboratorio lunare per esperimenti scientifici ed elementi pressurizzati per la stazione Gateway, come un modulo pressurizzato per gli astronauti e una finestra panoramica per osservare la Luna, la Terra e lo spazio profondo. In programma poi lo studio di sistemi di trasporto per esplorare la superfice lunare e un rover automatizzato per raccogliere e trasportare materie prime.

Tra le infrastrutture di supporto alla futura base lunare si considererà anche un Lunar Data Centre che possa supportare la gestione di grandi dati e la capacità di calcolo di esperimenti sulla superficie lunare, più un impianto di generazione e distribuzione di potenza.

Come primo contraente del progetto, Thales Alenia Space guiderà un gruppo di aziende delle quali fanno parte Aiko, Altec, Argotec, Design Gang, Enel, Fondazione Amaldi, Leonardo, Merlo, Nanoracks Europe, Pieco, Prima Additive, Qascom, Stellantis, Telespazio e Value Partners.

Il coinvolgimento di aziende private tanto diverse e della più alta e specializzata ricerca scientifica conferma l’importanza, anche in termini di crescita, della cosiddetta space economy. Secondo l’ultimo rapporto ’Global Space Economy’ appena pubblicato da Northern Sky Research (Nsr), infatti, l’intero settore vale a livello globale oltre mille miliardi di dollari di ricavi cumulativi tra il 2019 e il 2029. E a fare da traino alla crescita saranno la connettività e le reti, fra infrastrutture e applicazioni.

In questo contesto, l’Italia è fra i Paesi leader della space economy: tra i membri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) è oggi il terzo Paese contributore. Nel 2016 l’Italia si è inoltre dotata di un ’Piano Strategico Space Economy’ che prevedeva un investimento di circa 4,7 miliardi di euro, di cui il 50% coperto con risorse pubbliche, tra nazionali e regionali, aggiuntive rispetto a quelle ordinariamente destinate alle politiche spaziali.

 

 

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