Mercoledì 24 Aprile 2024

Viva le suocere Se evitano di intromettersi

Giorgio

Comaschi

Se esistesse una Associazione Italiana delle Suocere (AIS) sarebbe ai sette cieli. È il Papa in persona che la traghetta fuori dagli inferi o dai purgatori dei luoghi comuni e la mette su un gradino di alti valori. Succede all’udienza generale che Bergoglio ha dedicato al libro di Rut, nella Bibbia, che racconta di un rapporto di affetto fra una suocera e una nuora. "La suocera – dice il Santo Padre – è un personaggio mitico che a volte pensiamo quasi come il diavolo e quindi in maniera negativa. Ma è un luogo comune". Poi accenna al fatto che le suocere in verità dovrebbero frenare un po’ la lingua, ma che questi luoghi comuni dovrebbe essere superati.

Il rapporto suocera-nuora, ma anche suocera-genero, fa letteratura, fa storia quotidiana da secoli. E qui balza in primo piano il concetto di "battibecco". Chi non ha mai battibeccato con la suocera, o viceversa? Perché la suocera ha la lingua, d’accordo, come tutti, e, come tutti, a un certo punto degli anni la usa molto, forse troppo, secondo i canoni della pesantezza progressiva che l’età ci impone.

Ma la suocera ha soprattutto "il becco". Ecco da dove viene il famoso battibecco. Ha il becco perché spesso lo mette. Mettere il becco è tipico delle suocere, è fisiologico, costituzionale, da copione. È il suo bello. È l’origine del battibecco. Ma ha ragione il Papa, la suocera sarà anche suocera finché volete, ma è anche nonna. Nonna felice di vedersi attorno i nipotini per cui stravede e alla quale i nipotini si mollano spesso e volentieri, anche troppo, perché "tanto c’è la nonna". La nonna suocera è in fondo un "salva-matrimonio" preziosissimo che regala momenti di respiro alla coppia e le permette di stare insieme. Un po’ come l’altra figura "salva-famiglie" che è stata, ed è, quella della badante. C’è un filo sottile che lega queste figure. È quello della pazienza. E allora a volte è anche bello che "mettano il becco". È un fatto che ci dovrebbe rassicurare. Invece di farci sbuffare.