Venerdì 19 Aprile 2024

Vittoria storica Meloni sarà premier "Non tradiremo l’Italia"

Il partito passa dal 4% del 2018 al 25%. Giorgia: "È la notte dell’orgoglio e del riscatto". La stampa estera: "Sta per nascere il governo più a destra dai tempi di Mussolini"

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di Antonella Coppari

L’impensabile non stupisce nessuno. Era annunciato: la terza proiezione di Opinio per la Rai fissa il successo di Giorgia Meloni al 25,3 per cento. "Dagli italiani è arrivata un’indicazione chiara – scandisce alle due e trenta di notte – per un governo di centrodestra a guida FdI". Meno trionfale, se i numeri saranno confermati, di quanto ci si attendesse negli ultimi giorni, infinitamente al di sopra di quanto si sarebbe potuto immaginare anche solo un anno fa, quando Fratelli d’Italia scelse di collocarsi all’opposizione del governo Draghi. Ragion per cui diventa ’breaking news’ nella notte in tutto il mondo: "La leader di FdI si avvia a essere la premier più a destra nel Belpaese dai tempi di Mussolini", riassume visioni comuni il titolo della Cnn. Esulta il partito della Le Pen: "Gli italiani danno una lezione all’Unione europea", il tweet di Jordan Bardella (Rassemblement National). L’impensabile, appunto, per diversi motivi.

Una forza finora marginale (nel 2018 aveva il 4,3%), erede del Msi, dilaga e diventa il primo partito. La ruota di scorta diventa il motore dell’alleanza di centrodestra in pochissimo tempo: ha conquistato ben più voti degli alleati messi insieme. E lo fa con una donna alla guida, che surclassa il Pd e il resto del centrosinistra. Sulla carta, la coalizione ha la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Giorgia ringrazia gli alleati, poi avverte: "Abbiamo subito una campagna violenta, ora la situazione complicata richiede il rispetto di tutti. Questa vittoria è un punto di partenza: da domani dimostreremo il nostro valore". Cominciando dalla manovra: "Va presentata entro il 16 ottobre in Europa – sottolinea Guido Crosetto – avremmo un giorno: indispensabile l’interlocuzione con Draghi".

Ogni rosa ha le sue spine. In quella della leader che già si sente la prima premier donna nella storia italiana le spine sono due, entrambe molto acuminate: la prima cresce ad Arcore, l’altra a Pontida. Nelle settimane scorse tra un comizio e l’altro Giorgia e i suoi fratelli d’Italia non hanno parlato d’altro. La Lega – considerata la performance deludente – scalcerà: "Serve lealtà dagli alleati", mette in chiaro il capogruppo dei senatori di FdI, Luca Ciriani. Intanto, la leader ha tessuto la sua rete di protezione tenendosi in contatto con i governatori del Nord. Una strategia per reggere il colpo, assicurano tutti, c’è: ovviamente nessuno la esporrebbe in dettaglio, ma grosso modo si tratta di ’incollare’ il Carroccio. Saranno i fatti a dire se con Salvini messo sotto controllo o con un altro leader.

E anche se nessuno lo afferma apertamente il mastice dovrebbe essere quell’autonomia differenziata che per i governatori viene prima di tutto. La Lega preoccupa ma Forza Italia non è da meno, Berlusconi è arrivato all’ultimo giro, lo sanno tutti, a partire dai forzisti. Vuol dire che da domani si guarderanno intorno cercando un porto sicuro, e non è detto che sia alla loro destra. I resti dell’armata saranno presto truppe allo sbando: una cosa Giorgia e i suoi ce l’hanno chiara. Con i forzisti bisognerà trattare, uno per uno, a partire dal sovrano d’Arcore: vuole uscire di scena alla grande. C’è un modo solo: la presidenza del Senato. Farà fuoco e fiamme per ottenerla. A scendere, il discorso è identico: il partito si sente l’ago della bilancia. "Siamo determinanti per la nascita e la stabilità del governo", sottolinea Antonio Tajani .

Insomma, gli alleati saranno una croce, e i forzisti forse più degli altri. Il risultato brillante, per certi versi portentoso, non è sufficiente perché Giorgia Meloni si senta del tutto al sicuro dalle manovre che senza dubbio da domani inizieranno a proliferare. Molte saranno sgangherate, ma nel mazzo qualche manovriero capace c’è. Valga per tutti il nome di Renzi, e si può capire perché, pur nel trionfo, l’erede di Giorgio Almirante non possa sentirsi del tutto serena.