Sabato 20 Aprile 2024

"Vita sociale in lockdown Ora i ragazzi esplodono"

Lo psicoterapeuta Pellai denuncia: sono messe in scena per attirare l’attenzione "Sport e oratori ridotti, gli adolescenti non sanno dove esprimere le energie"

di Giovanni Panettiere

Più che veri episodi di violenza i recenti ’regolamenti di conti’ fra giovanissimi, da ultimo quello dell’altra notte a Torino, sono "manifestazioni di una socialità compressa in questo biennio segnato dalla pandemia". Suonano come campanelli d’allarme per un esperto di adolescenza quale il medico, psicoterapeuta Alberto Pellai, ricercatore alla Statale di Milano. In altri termini, rappresentano delle "richieste di attenzione mal poste nei modi, ma che non possono essere disattese dal mondo degli adulti". Sempre che si voglia scongiurare che il futuro dei nostri figli ci scappi di mano.

Quanto incide l’emergenza sanitaria in questi ’scontri’ fra adolescenti?

"Almeno in parte influisce, sono dei segnali inviati da giovanissimi che si sentano defraudati dei loro spazi di socialità. È una sorta di chiamata alle armi, una messa in scena in stile ’I ragazzi della via Pal’ per dire ai grandi: ’Guardateci, siamo qui, abbiamo bisogno di rituali ed esperienze aggreganti’. Quelle che, prima del Covid, ritrovavano in pienezza nello sport, in oratorio, negli scout, tutte attività ora ridimensionate".

In questa fase il rischio emulazione di film ad alto impatto di violenza, come ’Guerrieri della notte’ nel caso di Torino, si amplifica?

"Nell’episodio piemontese non ravviso elementi di violenza repressa quanto piuttosto di socialità compressa. Parliamo di ragazzini che all’arrivo dei carabinieri se la sono data a gambe prima ancora di scontrarsi e dopo essere arrivati sul posto per lo più a bordo di mezzi pubblici".

La chiusura o l’apertura ridotta di centri sportivi e oratori, a causa della pandemia, diventa così la chiave di lettura di questo disagio?

"Sì, è uno dei fattori di rischio più grandi. Finisce per far mettere in gioco nei contesti sociali in modo caotico e irrazionale l’energia vitale e pulsionale tipica degli adolescenti. Tra gli 11 e i 16 anni servono tantissimo le esperienze corporee ad alto tasso di sfida con gli altri e di competizione con se stessi. Se ai ragazzi togliamo questi contenitori e contenuti, loro non è che reprimono le energie. Le spendono in modo disordinato, in modalità ’fai da te’".

Anche il ricorso massivo alla Dad ha il suo peso?

"Eccome, toglie all’adolescente la scuola in presenza che rimane il contesto di relazione per eccellenza con i suoi pari. La didattica a distanza fa perdere anche quella spinta vitale funzionale a organizzare le giornate, a partire dal lavarsi al mattino e dal scegliere come vestirsi. La Dad lascia il ragazzino in pigiama"

Quali difficoltà incontra oggi un bambino nel passaggio all’adolescenza?

"Paga lo scotto di essere stato più tempo nel nido domestico, dove è, da una parte, coccolato, dall’altra, soggetto alle norme di famiglia. In questi due anni di pandemia ha imparato ad essere protetto, ma, come un cucciolo in cattività, gli abbiamo tolto l’habitat naturale della crescita: il mondo esterno in cui può esprimere le sue competenze,crescere in autonomia e abilità"

Non teme che la richiesta di attenzione plateale possa sfociare in vera violenza?

"Se guardiamo quello che stanno facendo gli adulti, la domanda ha molto senso. C’è una rissa crescente nella nostra società sempre più divisiva, Sì vax e No vax. Bisogna evitare che ciòsi verifichi anche fra i ragazzini".

Le agenzie educative, dalla famiglia alle società sportive, passando dalla scuola alla parrocchia, sono spaesate?

"Lo sono necessariamente visto che negli ultimi due mesi siamo tutti appesi a regole che cambiano il nostro modo di vivere acquisito appena un paio di settimane prima. Le quarantene del dopo Natale hanno fatto riemergere il fantasma del lockdown nelle menti dei ragazzi. Occorre fare attenzione e generare regole e modi per convivere col virus che non comportino la chiusura in casa per tanto tempo come sta accadendo a troppi giovanissimi".