"Virologi e politici, un anno di allarmismo. Ora la gente terrorizzata non si fida più"

L’infettivologo Bassetti: "Ormai AstraZeneca è compromesso. I balletti sulla sicurezza non hanno aiutato"

Matteo Bassetti, del San Martino di Genova, si fa vaccinare contro il Covid

Matteo Bassetti, del San Martino di Genova, si fa vaccinare contro il Covid

"Sul vaccino AstraZeneca c’è stato troppo allarmismo e credo che ormai la fiducia della gente sia compromessa in maniera irreparabile. Abbiamo commesso gli stessi errori di quando è arrivato il Covid". Per Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ormai la frittata è fatta.

Professore, un anno fa la grande paura del Coronavirus e oggi il terrore per i vaccini. E molti ora non ne vogliono sapere di farsi l’iniezione. Raccogliamo i frutti di un anno passato a seminare panico?

"Sì, l’allarmismo per il Covid ha avuto degli effetti che ancora vediamo oggi. Fin dal primo giorno ho detto che serviva meno terrorismo e più concretezza. Un anno fa sembrava che morisse il 20% delle persone infettate o che chi prendesse il virus uscisse da un reattore nucleare. Oggi stiamo ripetendo lo stesso errore. Alla fine sembra che i vaccini siano il problema e non la soluzione. Bisogna analizzare rischi e benefici e i primi sono infinitamente minori dei secondi".

Lo scetticismo è anche il frutto delle tante e spesso contraddittorie prese di posizione dei virologi, non solo sui vaccini, da un anno a questa parte?

"Da quando è scoppiata l’epidemia ho sempre sostenuto che bisognava smetterla con le sparate sui giornali sulle tv. Con questo atteggiamento si rischia solo di fare il gioco del virus. Il Covid è ben contento che ci sia qualcuno che critichi gli approcci per evitare il contagio. Io l’ho sempre detto ai miei colleghi: coi vaccini non bisognava esitare. Eventuali perplessità le dovevamo tenere per noi, da discutere all’interno di consessi. Davanti al pubblico dovevamo mostrarci tutti uniti. Purtroppo in Italia i primi fomentatori dei no vax sono i medici. Siamo un Paese dove la cultura antiscientifica prolifera, dove maghi e fattucchiere continuano a fare affari d’oro".

Anche i media hanno contribuito a infondere paura?

"L’Italia è un paese dove le brutte notizie tirano. Quando il virus ha iniziato a diffondersi, spesso è stata dipinta una situazione dalle tinte apocalittiche. C’è stato un grave errore di comunicazione, anche da parte delle istituzioni, che sicuramente poteva essere evitato. Tornando all’oggi, giornali e tv hanno cavalcato le morti in seguito alle vaccinazioni per una settimana. Ma pochi hanno detto che l’insegnante di Biella è si è spento per un infarto e che sua moglie ha invitato tutti a vaccinarsi. Bisognerebbe avere un approccio all’inglese: nessuno ha sparato titoli o ha fatto trasmissioni sulle oltre 250 persone decedute, senza alcun nesso di causa-effetto, dopo aver ricevuto il vaccino. Hanno capito che così avrebbero minato la campagna vaccinale".

Gli errori di comunicazione da quando è scoppiata la pandemia sono stati molti. All’inizio della pandemia, ad esempio, non si capiva se la mascherine servissero o meno. Se c’erano abbastanza respiratori o se come Paese eravamo in grado di affrontare il virus. E poi le conferenze stampa quotidiane e i cdm notturni. Anche questo ha contribuito al clima di sfiducia?

"Alcune cadute di stile avvenute nell’ultimo anno sono state riconosciute anche da Agostino Miozzo, l’ex coordinatore del Comitato tecnico scientifico. Ma gli errori stati commessi in buona fede e non penso che abbiano minato la fiducia nei vaccini. Il Coronavirus era qualcosa di assolutamente nuovo, che abbiamo imparato a conoscere giorno per giorno. Poi sicuramente i balletti, su qualunque argomento, non aiutano".

Per AstraZeneca ormai la situazione è compromessa?

"Temo di sì, bisognerà cominciare a studiare con quale vaccino sostituire quello di Oxford, perché comunque si deve proteggere la popolazione".

Non si può proprio fare nulla?

"Bisognerebbe istituire un numero verde con centinaia di operatori che rispondano ai dubbi dei cittadini. Tempo di attesa massimo? Venti secondi".

E se Draghi si vaccinasse con AstraZeneca?

"Potrebbe aiutare, ma ormai il danno è fatto".

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