Violentata a 81 anni da uno straniero. "Era elegante e dai modi gentili"

Milano choc, agguato nel parco. "Un giovane che parlava italiano"

Violentata a 81 anni, la polizia al lavoro (Newpress)

Violentata a 81 anni, la polizia al lavoro (Newpress)

Milano, 1 settembre 2017 - Cammina a passo svelto, in tuta da jogging al bosco di Bruzzano. E non perché stia scappando da qualcuno o perché sia spaventata, ma soltanto perché lo fa ogni mattina per tenersi in forma. Teresa (nome di fantasia) è una donna attiva nonostante i suoi 81 anni, fa la volontaria per un’associazione benefica. "Ha il cuore grande", dice chi la conosce, aiuta malati e immigrati e spesso la mattina cammina o va in bicicletta tra gli alberi del Parco Nord, lì dove la periferia di Milano incontra il primo hinterland metropolitano.

Violentata per strada a 81 anni, la donna agli investigatori: era uno straniero

Sono le 8 di mercoledì mattina, il figlio l’aspetta a casa, poi ha delle commissioni e l’impegno in associazione. Cammina tranquilla e spedita per raggiungere il laghetto. Le si avvicina un uomo con modi gentili: "Era ben vestito – dirà agli investigatori – giovane sì, penso fosse uno straniero, ma parlava un italiano corretto". Si fida Teresa. O comunque non ha il tempo di pensare, di sospettare, di immaginare. Non si sa la frase precisa che l’uomo pronuncia per convincerla ad abbassare le difese, la donna parla brevemente con lui. Pochi secondi e il viso dell’aggressore cambia, le è già addosso, la trascina, la butta a terra, è dietro un cespuglio senza fortuna, in quel momento purtroppo non passa nessuno. Nessuno dei runner che abitualmente corrono proprio accanto al laghetto del parco, nessuno a spasso con il cane o in bicicletta. E a niente serviranno le sue urla, perché lui le tappa la bocca. Abusa di lei con violenza e fugge.

Comincia il dopo. La donna fatica a muoversi, ha dei lividi, ma si alza, si riveste e vaga: alle 9 circa, i medici del 118 la raggiungono in una strada poco distante dal parco, quella che la porta verso casa. I medici non riescono a capire cosa sia successo veramente, pensano a un malore, persino a un investimento, poi la donna si fa più lucida e racconta, viene portata in Mangiagalli e aiutata dallo psicologo del Servizio antiviolenze. La visita ginecologica conferma un rapporto e un quadro compatibile con una aggressione sessuale brutale. "È una donna molto forte, molto combattiva e ha reagito bene", confermano gli investigatori fiduciosi che il suo dramma possa trovare una consolazione nell’arresto di questa bestia senza scrupoli e senza cuore. E sarà proprio l’anziana a metterli sulla pista giusta delle indagini, con i dettagli, con un identikit.

Poi si è aggrappata alla famiglia e alla speranza di ritrovare serenità. Ieri mattina è stata dimessa dopo una notte in osservazione. A prendersi cura di lei è il figlio perché i postumi sono sempre difficili da affrontare, ora c’è l’energia e l’impegno per aiutare a trovare il colpevole, ma poi qualcuno le deve stare vicino. Il resto della cronaca dell’aggressione resta secretata negli atti della procura, ad occuparsi del caso i pm Cristina Roveda e Gianluca Prisco.