Giovedì 18 Aprile 2024

Vince la linea del rigore, rabbia leghista Draghi media: "Tagliando a metà mese"

Scudo penale per i medici. Stretta sui sanitari no vax, rischiano il licenziamento. Il premier ai governatori: sulla scuola fate come dico io

Migration

di Alessandro Farruggia

Cabina di regia al calor bianco, ma Draghi si impone sulla linea del rigore contro gli aperturisti – Lega in primis, ma anche Forza Italia e Iv – nell’elaborazione del decreto post Pasqua e nel contempo annuncia una stretta, stavolta condivisa da tutto il Governo, contro i (pochi) sanitari no vax. "Non va assolutamente bene che operatori sanitari non vaccinati – dice Draghi in conferenza stampa – siano a contatto con i malati. Il ministro della Giustizia Cartabia sta lavorando a un provvedimento al riguardo", annuncia. Così è.

Cartabia, che da giudice costituzionale firmò una delle sentenze con cui la Consulta ha sostenuto la legittimità dell’obbligo vaccinale, sta lavorando assieme ai ministri della Salute e del Lavoro a un decreto che fisserà l’obbligo solo ed esclusivamente per il personale in contatto con i pazienti. Chi rifiuta potrà essere distaccato lontano dal pubblico e se rifiuta essere sospeso e in casi estremi licenziato. Il decreto prevederà anche un ampliamento dei presupposti di indennizzo per i dipendenti che si fanno vaccinare e ne hanno danni e introdurrà uno scudo penale per chi effettua le vaccinazioni. Il testo dovrebbe andare in Cdm prima di Pasqua.

In serata poi è stato anticipato che il Dl sull’obbligo di vaccinarsi per il personale sanitario, dovrebbe contenere anche lo scudo penale per medici e infermieri, impegnati nelle somministrazioni, fatti salvi i casi di colpa grave. E l’ampliamento degli indennizzi per chi a seguito del vaccino subisce lesioni permanenti

Ma Draghi ha avuto ben più ampi problemi ieri, a partire dalla cabina di regia nella quale Silvio Brusaferro e Franco Locatelli del Cts han detto chiaramente che serve mantenere le restrizioni. "Rassegniamoci" è stato il commento di Draghi, al quale ha risposto il leghista Giancarlo Giorgetti che ha obiettato che "i cittadini non ce la fanno più a star chiusi e che non è possibile continuare così fino a fine aprile". Ma Draghi non ha mollato. Le sole concessioni, a fronte di un decreto che dovrebbe mantenere misure severe fino al 30 aprile, sono un "tagliando" da fare intorno a metà mese e la riapertura delle scuole (fino alla prima media) anche nelle zone rosse. "Le scelte dei governatori dovranno essere riconsiderate alla luce dell’affermazione del governo che la scuola in presenza è obiettivo primario della politica del governo", ha dichiarato il premier. Tradotto: sulla scuola fate come dico io.

Le aperturiste Maria Stella Gelmini e Elena Bonetti han chiesto che nel decreto "ci siano ristori adeguati per le attività che resteranno chiuse" e su questo non dovrebbero esserci problemi, ma sulle chiusure Giorgetti ha dovuto rassegnarsi e la Lega è rimasta con poco in mano. Matteo Salvini ha perso la pazienza e proprio mentre il presidente del Consiglio stava rispondendo alle domande dei giornalisti a Palazzo Chigi, il leader della Lega ha diffuso una nota: "È impensabile – ha dettato – tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile. Mi appello al buonsenso che contraddistingue Draghi e chiedo che dal 7 aprile, almeno nelle regioni e nelle città con situazione sotto controllo, si riaprano le attività chiuse e si ritorni alla vita. Qualunque proposta in Consiglio dei Ministri avrà l’ok della Lega solo se ci sarà un graduale e sicuro ritorno alla vita".

Le parole di Salvini son state riportate al premier. Che, non citando il leader della Lega, ha replicato con un pacato ma sostanziale niet: "Pensabile o impensabile dipende solo dai dati che vediamo. È desiderabile riaprire, dopo di che quando, se e come dipende dai dati che abbiamo a disposizione". Ma la temperatura nella maggioranza è ormai salita e di parecchio. Non a caso, è stato pronto il plauso al premier del leader PD Enrico Letta: "Draghi ha detto semplicemente la verità e chiarisce che se la Lega vuole stare in questo governo deve smetterla con il linguaggio doppio". Fonti del Carroccio han corretto un po’ il tiro. "Salvini parlava contro la linea del terrore psicologico voluta dai ministri Franceschini e Speranza" e "è invece molto apprezzabile quanto sostenuto da Draghi".