Giovedì 18 Aprile 2024

"Noia e banalizzazione del sesso, nel baratro di Villa Inferno"

La professoressa Donatella Marazziti e il vuoto dei valori dei giovani. "Dobbiamo recuperare il valore dei sentimenti"

Donatella Marazziti

Donatella Marazziti

Berlino, 12 settembre 2020 - "Ma tu hai visto le foto delle minorenni?" "Quelle di Villa Inferno?". "Hai visto che roba?". Ma quale roba? La ’fattanza’? Il sesso sfrenato, la coca pippata su corpi nudi, la sauna e quei baci rubati o venduti per la droga o un po’ di smalto sulle unghie. Donatella Marazziti, docente di psichiatria all’Università di Pisa, che da anni indaga l’universo dell’amore, dei sentimenti e dei legami sociali, si trova in Germania per un ciclo di conferenze a cui è stata invitata dai colleghi tedeschi. Ed è qui che è stata raggiunta dall’eco della vicenda dei festini e delle ’chiuse’ bolognesi che ha per protagonisti giovani delle famiglie più in vista del capoluogo emiliano. 

Professoressa Marazziti i protagonisti dei festini sono poco che più ventenni? Cosa li spinge a vivere esperienze di questo genere? "La noia, la precocità dell’esperienza sessuale senza uno sviluppo parallelo delle emozioni legate ad essa, la banalizzazione del sesso a puro evento meccanico". E’ solo perversione o  nascondono una difficoltà a vivere la sessualità? "Non parlerei di perversione, ma di banalizzazione del sesso, che rivela povertà o analfabetismo emozionale, basato anche su modelli proposti sempre di più dai media".  Da Villa Inferno alle altre ‘chiuse’ poi scambiavano video e foto delle prodezze sui social? Si spiega tutto con il narcisismo digitale? "Molti oggi pensano che se non ti mostri o non sei conosciuto o riconosciuto dai media non hai valore. Si tratta di una forma estrema di narcisismo, di più di un vuoto individuale spaventoso. Più bravate fai più like ricevi".  Accadeva anche nel passato o tutto questo è frutto proprio dell’iper connessione? "Oltre all’iperconnessione, ci dobbiamo tutti chiamare in causa come genitori, insegnanti, politici ed ecucatori che abbiamo  abdicato al nostro ruolo. Incapaci di far sviluppare ai nostri figli il senso di responsabilità per le loro azioni che vengono sempre giustificate, ignorate o  addirittura minimizzate". Che fare, quindi? "Dobbiamo recuperare il valore dei sentimenti, dell’amore, dei ,legami sociali che sono sempre la migliore terapia per noi umani".