Martedì 16 Aprile 2024

Melendugno, il sindaco vieta il pallone in piazza. "Allora giochiamo con il cellulare"

Proibita la palla in centro per la quiete pubblica. I piccoli appendono i cartelloni: poi non venite a criticarci

I bambini di Roca di Melendugno assistono all’installazione del cartello nella piazza

I bambini di Roca di Melendugno assistono all’installazione del cartello nella piazza

Lecce, 11 agosto 2022 - Disse una volta Dino Zoff: "Nel 1982 diventammo campioni del mondo perché avevamo imparato a giocare a pallone in mezzo alla strada". Era vero. Anche se è lecito immaginare che i bambini di Melendugno, paesino giù al sud nella Puglia assolata, non avessero in mente quella frase, quando hanno deciso di inscenare la loro garbata ma geniale protesta. Ah, l’adolescenza! Quel fascino irresistibile di una libertà innocente che senti tra le dita e sotto la pelle, sempre sospettando, con ragione!, che presto la maturità te la porterà via, la libertà innocente. Ah, l’adolescenza!

Dunque, ci sono questi ragazzini del meridione che si divertono a improvvisare spettacolari partite su pubblica piazza. Faceva così anche Diego Armando Maradona, in assenza di un campo verde: "Niente ti insegna a dribblare come scartare l’avversario tra un motorino parcheggiato e una bicicletta in transito". Ipse dixit. E insomma all’improvviso ai monelli di Melendugno il Comune vieta il rumoroso divertimento. Motivo: la gente che abita in zona protesta, il selciato è stato rifatto e bla bla bla.

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Intendiamoci: tutto regolare, qui non si mettono in discussione commi, codici e codicilli. Ma di mezzo c’è la dolcissima inquietudine degli adulti di domani. Che nel presente sarebbero anzi sono nativi digitali, come si dice, cioè sanno usare gli smartphone come i loro antenati usavano le biglie per giocare in spiaggia.

Dunque, ecco qua. "Criticate tanto la nostra generazione ma poi ci togliete pure il pallone": slogan efficacissimo, accompagnato da foto sui social di loro stessi, sdraiati a pancia all’aria sull’erba, intenti a smanettare sul cellulare. Tradotto per i duri di comprendonio: ma voi adulti di oggi siete prigionieri della vostra contraddizione. Ci accusate di pensare solo a Facebook, Instagram, Tik Tok e Twitch, alle diavolerie del Metaverso. E poi ci impedite di coltivare una forma di aggregazione sana come la partita di pallone. Ecco, appunto. Chi è davvero responsabile, se la finzione virtuale prevale sulla realtà? Una generazione fa assistemmo silenti alla impetuosa avanzata dei ’Vidioti’, quelli che stavano tutto il tempo incollati alla tivù perché a ogni ora c’era un cartone animato. Adesso siamo al trionfo dei ’Webeti’, come li chiama Enrico Mentana: esisti soltanto se stai in Rete e la rete nel caso specifico non è quella che segnava per strada Maradona bambino mentre l’adolescente Zoff tentava di impedirglielo.

Questa storia per ora finisce con la promessa del sindaco di Melendugno di offrire ai suoi minuscoli concittadini un’altra piazzetta, per dare sfogo alla loro passione inseguendo un pallone. Ma dentro e dietro ci sta molto di più, ci sta l’insostenibile leggerezza dell’essere normali in un mondo, il nostro, che la normalità sempre più tende ad escluderla. Purtroppo.