Venerdì 19 Aprile 2024

"Vietato buttare dosi, chi passa va vaccinato" Il generale cambia strategia: tutti arruolati

Figliuolo accelera le iniezioni. Pfizer aumenta la produzione: niente più ritardi. Rallenta la curva dei contagi, picco forse prima del 20

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di Alessandro Farruggia

Vaccinare, vaccinare, vaccinare. Ma il problema è la disponibilità di dosi per colpa dello stillicidio di tagli alla produzione, ultima la doccia fredda comunicata a Bruxelles nei giorni scorsi da AstraZeneca, che erogherà solo 100 milioni di dosi entro giugno, di cui appena 70 dei 180 milioni inizialmente previsti per il secondo trimestre. Urge accelerare anche alla luce dell’impatto della terza ondata che ha portato a un boom delle terapie intensive.

Il nostro Paese si pone come obiettivo l’immunità di gregge solo a metà settembre, procedendo a passo di carica con 300mila vaccinazioni al giorno a fine marzo – oggi siamo a una media di 180mila – e 500mila iniezioni ogni 24 ore da aprile. "Sono fiducioso – ha detto ieri il commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo a Che tempo che fa su Rai 3 – di centrare gli obiettivi del piano. Ringrazio le Regioni, la Protezione civile, i ministri Speranza e Gelmini, con i quali lavoriamo fianco a fianco. Serve un tavolo di coordinamento e di capillarità e questo stiamo facendo. Il sistema Paese sta rispondendo, con una esecuzione decentrata e un controllo centralizzato".

"Lavoriamo – ha proseguito il generale – per classi prioritarie come i deboli e i più fragili e chi li assiste e naturalmente per età. Con urgenza, e utilizzando tutti i vaccini che abbiamo. Basta dosi buttate perché non ci sono sottomano pazienti delle categorie prioritarie nella vaccinazione: piuttosto che sprecare una dose, si dovrà vaccinare ’chi passa’. Vaccineremo nei grandi centri, ma anche nei siti delle grandi aziende, presso i medici di medicina generale e gli odontoiatri, nelle farmacie, come dai medici dello sport. Stiamo integrando i sistemi di prenotazione con il sistema tessera sanitaria e mettermo in campo la Protezione civile e la Difesa, che potranno intervenire dove ci saranno problemi localmente". "Utilizzeremo quel che resta del mese di marzo – ha promesso Figliuolo – per fare il riscaldamento, da aprile dobbiamo entrare a regime per arrivare a 500mila vaccinazioni al giorno. Il momento di accelerare è adesso".

Intanto la Commissione europea ha cercato di tranquillizzare gli Stati membri. A dirsi convinto che l’obiettivo delle vaccinazioni sarà comunque centrato è stato il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, in un’intervista a Radio Europe 1: si confida nelle consegne di Pfizer. "La buona notizia – ha assicurato il politico francese – è che non saremo in ritardo col nostro programma nel primo trimestre, perché Pfizer sta producendo di più, molto di più del previsto, e ci darà di più". L’accordo di PfizerBioNTech con la Ue prevede che oltre alle 300 milioni di dosi previste, entro l’anno ne arriveranno altre 200 milioni, con un’opzione per arrivare a 600 milioni. Sarà confermato l’accordo? Nessuno oggi può avere certezze. Ma Bruxelles, che ha le sue colpe nei ritardi, si sbilancia. "L’obiettivo – dice un ottimista Breton – è raggiungere l’immunità di gregge il più rapidamente possibile, entro la fine estate. Mi batto per riuscirci prima".

Ieri sono stati 21.315 i nuovi casi da Coronavirus in Italia, per 273.966 test tra molecolari e antigenici, mentre sono 264 i decessi. Il tasso di positività – grazie al fatto che i test sono stati ben 98.978 in meno rispetto al giorno prima – è salito al 7,7% dal 6,9% delle 24 ore precedenti. La pressione sugli ospedali cresce ed è stato superato il tetto dei tremila pazienti ricoverati nelle terapie intensive. In 24 ore l’aumento è di 100 posti letto, per un totale di 3.082 pazienti presenti nelle rianimazioni e tasso di occupazione (fonte Agenas) del 34%, ben sopra la soglia di attenzione del 30%. I ricoverati in area non critica sono, invece, saliti di 365, con il tasso di occupazione al 38%. Sabato i contagi erano stati 26.062 per 372.944 tamponi e 317 i morti. La curva sta rallentando la crescita e il picco potrebbe giungere anche prima del 20 marzo.

In questo senso la stretta da oggi a Pasqua è dolorosa, ma forse decisiva.