Giovedì 18 Aprile 2024

Vibo Valentia, "niente cesareo perché in ospedale manca l'anestesista". Il feto muore

La mamma controllata e rimandata a casa. L'azienda sanitaria: "L'intervento era programmato". Indaga la procura, il ministro Speranza invia un'ispezione

Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Vibo Valentia, 10 ottobre 2019 - Una donna di 32 anni ha perso la bimba che portava in grembo dopo essere stata rimandata a casa dai medici dell'ospedale 'Jazzolino' di Vibo Valentia in quanto non c'erano anestesisti per un parto cesareo. Secondo quanto raccontato dai familiari, ieri, la donna - giunta alla 39esima settimana di gestazione - si era recata in ospedale per la rituale visita di controllo in prossimità del parto. I medici avevano deciso per il parto cesareo, escludendo però la necessità di un ricovero e rimandandola a casa. Stamani il ritorno in ospedale dove, dopo un trasferimento urgente in sala parto, è stato riscontrato il decesso del feto

Il marito ha sporto denuncia contro i sanitari che avevano in cura la donna e, ora, toccherà alla procura della città calabrese accertare cosa sia successo. Intanto è stato effettuato il taglio cesareo per effettuare tutti gli accertamenti sulle cause del decesso del bimbo e verificare la scansione temporale dei tragici eventi. Intanto, il ministro della Sanità, Roberto Speranza, ha disposto "l'invio di un'ispezione" nel nosocomio calabrese.

Dal canto suo, anche l'Asp di Vibo Valentia ha deciso di disporre un'indagine interna per accertare eventuali responsabilità, "riservandosi di adottare i dovuti provvedimenti nel caso in cui dovessero scaturire specifiche responsabilità". La stessa Asp, in un comunicato, ricostruisce poi le fasi della vicenda "la signora, il 26 settembre, essendo alla 37esima settimana di gravidanza, si è presentata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia per i previsti accertamenti sanitari". "In tale circostanza la paziente, oltre alla visita preventiva, veniva sottoposta agli esami di laboratorio e strumentali (prelievo del sangue, ecografia, flussimetria, elettrocardiogramma, etc.) - continua la nota - Non emergendo problemi a carico del feto e della stessa paziente, quest'ultima è stata rinviata al proprio domicilio non prima di concordare con i sanitari un ricovero programmato per il 10 ottobre (39esima settimana di gravidanza) al fine di procedere con il parto cesareo. Alle 10.21 di oggi la signora è stata sottoposta ad ulteriori controlli, dai quali purtroppo è emersa la presenza di un feto premorto".