Viaggio lungo il Po: barche sulla sabbia come fosse agosto. "Un disastro mai visto"

Nel Ferrarese la temperatura è molto sopra la media. Campi già aridi. I pescatori: "Livello d’acqua più basso di un metro rispetto al 2022". E dal mare arriva sempre più sale che distrugge le coltivazioni

Il fiume Po in secca a Torino: le quote d'acqua sono dimezzate

Il fiume Po in secca a Torino: le quote d'acqua sono dimezzate

Ferrara, 19 febbraio 2023 - Appena si alza la nebbia sul Grande Fiume sale a 14 gradi la temperatura. La primavera gioca d’anticipo davanti alla prua della barca che Filiberto Raisi, 39 anni, fa filare lungo la corrente che qui scorre sempre più lenta. Siamo a Stellata, frazione di Bondeno (Ferrara), dove il fiume arriva a lambire tre regioni, l’Emilia Romagna, il Veneto che si affaccia sull’altra sponda, la Lombardia perché il paese di Felonica è poco più avanti. Raisi accompagna i pescatori che vengono da Germania e Austria, il Po è la sua seconda casa. Da sempre. Scuote la testa: "È malato, molto malato". L’acqua è calata. "Siamo sotto di un metro rispetto allo scorso anno in questo stesso periodo", dice attento a evitare che le eliche del motore finiscano per impantanarsi nel fondo melmoso, davanti alle secche che qui sono emerse da giorni. La siccità è alle porte.

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La ‘magra’ invernale non regala ottimismo. I grandi laghi alpini sono ai minimi storici. Nelle province di Biella e Novara sono già in azione le autobotti, a febbraio i cittadini fanno la spola con le bottiglie per poter bere come fosse Ferragosto. La neve che si è accumulata negli appennini si sta sciogliendo per le alte temperature. "Danno un po’ di sollievo al Po, ma così si esauriscono le scorte", spiega  Stefano Calderoni, vicepresidente Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi, baluardo a difesa del grande fiume e di un territorio che cambia sotto i colpi di un clima sempre più folle. L’altro giorno, la secca è arrivata nelle calli, si è impantanata Venezia. Drammatici i numeri. "In questi giorni – riprende – passano al secondo lungo il Po 800 metri cubi in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Le quote d’acqua sono dimezzate, le portate soffrono ancora di più. Parliamo di un meno 60%. Siamo a febbraio, ma questi sono numeri che in genere troviamo d’estate".

Drammatiche le parole che usa Alessandro Bratti, segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po. Parla di "conclamato deficit idrico in gran parte delle regioni del nord". Tradotto, vuol dire che ormai la siccità è arrivata, è qui. Tra le sponde del grande fiume, nelle cime delle Alpi senza un filo di neve. Parole che declinate nelle latitudini del nord danno questo scenario. Soffrono Piemonte e Lombardia, ma anche Veneto e Trentino. Nell’area emiliano romagnola le ultime rade piogge, accompagnate da nevicate, hanno contribuito a ricaricare i torrenti. Ma non basta. Raisi riduce i giri del motore, la secca è lì. Davanti a lui. Poco oltre c’è l’isola di Tontola, l’ex isola di Tontola. Spiega il sindaco di Bondeno: "Negli anni si è formato un muro di sabbia e terra, lungo un lato le barche non passano più. È diventata una penisola". Non è ancora una secca record, ma c’è poco da consolarsi. La situazione è sempre più grave nel nord Italia. La portata del Po continua a decrescere, aggiungendo i rilevamenti di Boretto e, tra poco, di Mantova ai record storici negativi, già registrati a Piacenza e Cremona. Soffrono i laghi. La più grande riserva idrica italiana, il Garda è a pochi centimetri dal minimo storico. Sulle Alpi la neve non c’è più, la temperatura ha fatto segnare un salto verso l’alto di oltre un grado a gennaio. E già si parla – se le portate del fiume calano ancora – del cuneo salino che arriva dal mare e chiazza di rosso i terreni rendendoli aridi. Il sale brucia. Ultima goccia, l’abbassamento delle falde. I segnali ci sono tutti per un’estate difficile, un disastro annunciato.

Anbi: "Nel Po oltre il 50% d’acqua in meno, il riciclo è la carta vincente"

Le soluzioni ci sono. Le indica Calderoni: "Dobbiamo partire con il piano laghetti, la rete di invasi in grado di trattenere l’acqua, servono i finanziamenti". Ancora un dato che non depone a favore del sistema Italia. Nel nostro Paese solo l’11% dell’acqua viene trattenuto, il resto si perde in mare. In Spagna sono al 30%. "Basterebbe raggiungere questa percentuale per dormire sonni tranquilli e scacciare l’incubo siccità", sottolinea il vicepresidente Anbi. Raisi accosta la barca alla riva, l’imbarcadero che di solito galleggia già tocca il fondo. E indica i sassi bianchi, secchi. Anche quelli sono emersi.