"Viaggi e meno regole" La comunità di Prato sulle orme di Pechino

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Passeggiare in via Pistoiese, cuore della Chinatown di Prato, è come aprire una finestra sul Paese del Dragone. C’è un filo invisibile e fortissimo che stringe la madrepatria alle sue ‘isole’ sparpagliate nel resto del mondo (il caso delle stazione di polizia cinese è solo l’ultimo esempio) . E così, se fino a qualche settimana fa a Prato era rarissimo vedere qualche cinese senza la mascherina, ecco che ora più di qualcuno la cala sotto il naso. Molti addirittura ne fanno proprio a meno. Guarda a caso come in Cina, dove il governo ha deciso di allentare le restrizioni (e i contagi sono tornati a salire). Misure più morbide a Pechino, misure più morbide nella costola cinese a Prato. E così sui marciapiedoni di via Pistoiese si rivedono ora anche i sorrisi, non solo gli sguardi. È quasi ora di pranzo, ed è un viavai di umanità sotto l’arcobaleno di ideogrammi che sfila nelle insegne delle attività che accompagnano, come argini, la strada principale di Chinatown.

La rosticceria ricorda che è ora di pranzo. Quattro anziani aspettano di essere serviti, parlano vicini, la mascherina in tasca. I pensieri lontani, a est. Tanti cinesi stanno contando i giorni per riabbracciare i parenti che non vedono dall’inizio della pandemia. L’agenzia di viaggi di Daniele ha un nome che è tutto un programma: "In italiano significa ‘portafortuna’", ci viene incontro. "Dall’8 gennaio cadrà anche l’obbligo della quarantena per chi arriva in Cina – racconta mentre si dedica al viavai di clienti – e anche da Prato sono molti quelli che hanno deciso di tornare. E poi il 22 gennaio c’è il Capodanno...".

Insomma, gli scambi sono ripresi: fino a quest’estate c’era un solo volo diretto alla settimana dall’Italia alla Cina e costava anche 5-6mila euro. "Ora si è tornati alla situazione pre-pandemia: circa 11 voli diretti alla settimana. E un biglietto va dai 500 euro ai mille". Nell’agenzia entra una donna orientale. Vuole prenotare un volo per tornare a casa. Ha la mascherina fissa sul viso. Come tre suoi connazionali nel piccolo mercato di fronte, dove lattuga e zucchine sono in taglia XXL. D’altra parte che il virus viaggi sulle gambe delle persone i cinesi sono stati i primi a impararlo. E per la maggior parte la prudenza resta la strada da preferire. Proprio Prato, all’inizio del 2020, fu ‘sentinella’ del futuro lockdown: gli orientali si autoimposero la quarantena almeno qualche mese prima rispetto al provvedimento italiano. Era una via Pistoiese vuota e silenziosa. Ieri era tutta un’altra storia. E poi c’è un capodanno che manca dal 2019, la Chinatown pratese si sta preparando.

Maristella Carbonin