Giovedì 18 Aprile 2024

"Via il velo o non giochi" E l’arbitro sospende la gara

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L’arbitro ordina alla calciatrice di togliersi l’hijab. E, al suo rifiuto, sospende la partita, suscitando la reazione del club e anche degli avversari, che hanno fatto quadrato attorno alla ragazza di fede islamica.

È accaduto l’altro giorno nel campionato under 19 regionale di calcio femminile, nel match fra Pro Vercelli e Accademia Torino.

Minuto 85’, il risultato è sul 2-2: per sostituire una giocatrice infortunata, la Pro Vercelli fa entrare Maroua Morchid. Alla ragazza, vercellese, il direttore di gara le dice subito: "Non puoi giocare con il velo". Maroua ha sempre giocato con l’hijab nel corso del campionato, senza alcun problema. Ovviamente, la giovane si è rifiutata. E le calciatrici hanno chiesto lumi al direttore di gara. Il quale, riportano le cronache piemontesi, per tutta risposta ha sospeso la partita, senza fornire alcuna spiegazione.

A quel punto, i dirigenti di entrambi i club hanno reagito in modo duro. Intanto, nel comunicato, la Pro Vercelli femminile ha espresso "la massima solidarietà e vicinanza a Maroua" e ringraziato gli avversari dell’Accademia Torino "per la vicinanza umana e la solidarietà sportiva espresse sin da subito". Ora bisognerà vedere se la giustizia sportiva intenderà prendere provvedimenti.

Il tema del rispetto delle usanze islamiche nello sport è molto sentito. A livello internazionale, infatti, la Fifa, dopo averlo messo fuori legge nel 2007, autorizza il velo dal 2014: una vera e propria e rivoluzione, visto che le donne di fede islamica possono giocare solo se completamente coperte.

In Francia, il dibattito è vivo proprio in queste settimane, con la campagna presidenziale che soffia sul tema immigrazione. La federazione di calcio francese già vieta il velo sui campi sportivi, ma in ballo c’è un emendamento, spinto in particolare dall’estrema destra di Le Pen e Zemmour, che bandisce "l’ostentazione di segni religiosi" durante le manifestazioni sportive. Un gruppo di calciatrici, le Hijiabeuses, hanno cominciato a manifestare, giocando davanti agli edifici-simbolo di Parigi. La modifica, dopo un primo ok al Senato, è stato bocciato dall’Assemblea.

Intanto, oltre 50 sportivi in attività e non, tra cui i campionissimi Eric Cantona e Lilian Thuram, che da sempre si batte contro il razzismo, hanno firmato una petizione affinché le federazioni che già lo applicano cancellassero il divieto.

red. pol.