"Via il diritto all’aborto in America" La Corte Suprema fa infuriare Biden

Pronta ad annullare la legge del 1973, scende in campo la Casa Bianca: "Folle, proteggiamo le donne"

Una manifestazione sull'aborto negli Usa

Una manifestazione sull'aborto negli Usa

di Giampaolo Pioli

L’America potrebbe improvvisamente azzerare 50 anni di diritti e di conquiste civili delle donne. Uno scoop di Politico ha rivelato che la Corte Suprema composta da sei giudici conservatori e tre liberal, secondo documenti fatti uscire clandestinamente dai dossier degli alti magistrati, avrebbe in programma di annullare la storica sentenza ’Roe versus Wade’, il diritto all’interruzione di gravidanza sancito nel caso del 1973. Si tratta di una fuga di notizie clamorosa, dagli effetti esplosivi. Destinata a pesare politicamente sia sulle elezioni di Medio termine di novembre che addirittura sulle presidenziali del 2024.

Il presidente della Corte suprema, John Roberts, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per smascherare la gola profonda che col suo gesto "ha creato un vero oltraggio alla corte stessa" ma ha confermato l’autenticità del parere scritto dal giudice italo-americano Samuel Alito, anche se aggiunge "non rappresenta la versione finale e decisiva dalla volontà della Corte". L’ufficialità del verdetto arriverà dopo la pubblicazione, non prima di giugno. Ma Alito scriveva a febbraio che ’Roe contro Wade’ "era incredibilmente sbagliata fin dall’inizio e la sua applicazione ha avuto conseguenze dannose".

Il presidente Usa, Joe Biden, si è detto sconcertato dall’orientamento degli alti magistrati e ha subito chiesto "l’approvazione di una legge federale che tuteli il diritto d’aborto per tutte le donne d’America, affinché non rimangano vittime dei singoli Stati" che già hanno reso l’aborto molto più restrittivo e addirittura criminale dall’Oklahoma al Texas fino all’Alabama. È stata la nomina di tre giudici dell’alta corte da parte dell’ex presidente Donald Trump che ha sbilanciato la corte suprema a favore dei conservatori. Adesso Alito in 67 pagine di parere insieme a Gorsuch, Kavanaugh, Coney Barrett e Thomas, può finalmente stroncare la storica legge sicuro che la sua posizione di maggioranza verrà approvata se messa ai voti. Deputati e senatori democratici sono sul piede di guerra. La battaglia per difendere ’Roe contro Wade’ è già diventata una nuova campagna politica per la difesa dei diritti e la useranno in tutti i loro comizi fino a novembre, accusando i rivali repubblicani di schierarsi con giudici che vogliono riportare indietro le lancette della storia e dell’emancipazione femminile. Il disegno dei conservatoti insomma è di far applicare sull’aborto l’autorità dei singoli Stati, favorendo una situazione molto diversificata e una migrazione da Stato a Stato per poter effettuare un’interruzione di gravidanza senza venir arrestati o accusati di omicidio come sta già avvenendo in alcuni dei 26 Stati repubblicani.

L’America ha già iniziato a protestare davanti al palazzo della Corte suprema. "Diversi medici e infermieri delle cliniche che praticano l’interruzione di gravidanza sono stati uccisi da fanatici anti abortisti", è il grido delle piazze. Si stanno organizzando importanti manifestazioni nazionali nei prossimi giorni. Dei 5 giudici anti aborto, tre di loro durante le audizioni in Senato avevano espressamente detto di voler rispettare la volontà popolare (che in questo modo invece verrebbe calpestata). In alcuni Stati, infatti, è già in vigore la restrizione dell’aborto oltre le sei settimane. Oggi in America il 60 per cento della popolazione è a favore della libertà di aborto, e solo il 40% contrario. Il presidente Roberts anche lui conservatore non si è ancora espresso mentre i tre giudici liberal Breyer, Sotomayor e Kagan scriveranno un furioso parere contrario, ma non avrà alcun valore se si arrivasse al voto. Solo il rischio di uno tsunami politico con i repubblicani lanciati alla conquista della maggioranza alla Camera e al Senato strappandola ai democratici a novembre potrebbe consigliare all’intera Corte Suprema di non arrivare a questa prova di forza così presto. Anche l’ex presidente Obama ha invitato "a mobilitarsi per difendere il diritto all’aborto". Ma sarà una battaglia pesante nelle strade e in Congresso.