Mercoledì 24 Aprile 2024

Via dalla Serie A e dalla Uefa chi è Superlega

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Massimo

Donelli

Mio padre, portuale genovese, era un inconsapevole uomo di marketing. Applicava, infatti, alla nostra famiglia un precetto che nella vita mi ha regalato solo soddisfazioni. Questo: "O se va o nu se va" ("O le cose si fanno fino in fondo o è meglio lasciar perdere"). Vorrei suggerirlo all’Eca (European Club Association), all’Uefa (Union of European Football Associations) e alla Fifa (Fédération Internationale de Football Association). Li aiuterà a fare chiarezza fra loro e per noi tifosi, storditi non si sa bene se da uno strappo senza ritorno o da una provocazione per smuovere le acque paludose del calcio mondiale (governato dalla Fifa) partendo da quello europeo (governato dall’Uefa).

Se è uno strappo, vale il precetto paterno sopra citato. La Juventus (il cui presidente, Andrea Agnelli, era fino a ieri il leader dell’Eca) vuol fare la Superlega dei ricchi? Faccia pure. Ma esca dall’Uefa e dalla Fifa. E dica addio alla Serie A. Perché, come recita l’adagio genovese, "Sciûsciâ e sciorbî no se pêu". Ovvero non si può contemporaneamente soffiare e succhiare. Il resto del calcio? Avanti come prima. Naturalmente, i calciatori che sceglieranno la Superlega non potranno più essere tesserati Uefa e Fifa. Quindi non vestiranno più le maglie delle nazionali. E avranno mercato solo all’interno della nuova realtà. Idem gli allenatori e gli arbitri. Se, invece, fosse solo una provocazione? Lo sapremo presto. E qualcuno ci lascerà la faccia…