Mercoledì 24 Aprile 2024

Via alla legislatura Partenza in salita Sorrisi, coltellate e il ritorno del Cav

Braccio di ferro nella maggioranza sui presidenti di Camera e Senato. Berlusconi a Palazzo Madama: ne era uscito per la legge Severino

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di Ettore Maria Colombo

Pronti, via. Alle 10 è convocata la Camera dei deputati. Alle 10.30 tocca al Senato. L’ordine del giorno è lo stesso: elezione del Presidente. È il consueto primo atto di ogni nuovo Parlamento, e così sarà anche stamane, per l’avvio della 19esima legislatura. Resterà forse solo qualche sguardo accigliato vista la giornata di passione di ieri, quando a ora di cena l’accordo sui nomi non c’era e questo rischiava di compromettere la festa del primo giorno. Poi la fumata bianca a tarda sera con l’accordo su Riccardo Molinari alla Camera e Ignazio La Russa al Senato.

IL RITORNO DEL CAVALIERE

A sorridere comunque vada, perlomeno sul piano personale, è Silvio Berlusconi, che torna in grande stile nel luogo dal quale fu cacciato con ignominia nel 2013, causa decadenza in base alla legge Severino. Tutti lo attendono per un giorno che sarà epico: colleghi, fotografi, giornalisti, commessi, funzionari.

LA GUIDA DEL SENATO

A Palazzo Madama in base al Regolamento basta la maggioranza assoluta per eleggere il presidente. Fosse solo una questione di numeri, e visti quelli del centrodestra, la seconda carica dello Stato potrebbe essere nominata al primo colpo. Alle prime due votazioni il quorum è dato dalla maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea. Dal terzo scrutinio (che però va necessariamente calendarizzato il giorno successivo, da Regolamento) basta la maggioranza assoluta dei presenti (101, in teoria, 104 contando anche i sei senatori a vita e computando tra i voti anche le schede bianche). Ma, e qui sta l’originalità, se nessuno ha preso la maggioranza, si procede, e nello stesso giorno, cioè oggi, al ballottaggio tra i due candidati che hanno preso, al terzo scrutinio più voti e viene proclamato eletto chi ne prende di più. A parità di voti passa il candidato più anziano di età. La seduta sarà presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre, la più anziana dopo Giorgio Napolitano, impossibilitato da problemi di salute.

CATAFALCHI ALLA CAMERA

A Montecitorio il percorso è assai più lungo. A presiedere la seduta sarà il renziano Ettore Rosato, vicepresidente più anziano tra quelli della legislatura precedente. Si parte con la costituzione di un ufficio provvisorio di presidenza e con la giunta delle elezioni provvisoria per la proclamazione dei deputati subentranti. Poi si passerà all’elezione del presidente a scrutinio segreto. Torneranno i cari, vecchi, catafalchi, come per l’elezione del presidente della Repubblica. Le norme di Montecitorio prevedono, al primo scrutinio, la maggioranza dei due terzi dei componenti. Nel secondo e terzo scrutinio, invece, basta la maggioranza dei due terzi dei presenti e le schede bianche sono voti validi. Dal quarto scrutinio in poi scatta la maggioranza assoluta (bastano, cioè, 201 voti). Ragionevolmente, verranno accorpati, il primo giorno di votazione, oggi, tre scrutini. In modo che da domani sia possibile la fumata bianca.

GRUPPI E CAPIGRUPPO

Dopo l’elezione dei presidenti delle aule si formano gli altri organi, tra cui le commissioni. Pd e M5s si vogliono spartire, da buoni amici, quelle di ‘garanzia’ (Rai, Copasir, Antimafia) che spettano all’opposizione, ma il Terzo Polo è già salito sulle barricate. Infine, i deputati e i senatori hanno due giorni di tempo per indicare a quale gruppo vogliono appartenere. Per formare un gruppo autonomo, però, servono venti deputati e dieci senatori, gli altri, uti singuli, finiscono tutti nella Cayenna del gruppo Misto. Poi, ogni gruppo, sceglie i propri capigruppo. Alcune cariche saranno delle – più o meno liete - riconferme (i 5Stelle, ma anche FdI), alcune saranno novità sì, ma a mezzadria (il Terzo Polo si spartirà Camera e Senato tra Azione e Iv), altre vedranno scorrere fiumi di sangue e volare lunghi coltelli. Il Pd, tanto per cambiare. Letta ha detto che vuole, di nuovo, due capigruppo donne, ma ha anche avvertito: "Avremo pochissimi incarichi e ci saranno contenti e scontenti, ma l’unità tra noi è fondamentale". A Roma si dice: ‘ciao, core’.