Martedì 23 Aprile 2024

Verso sgravi fiscali per gli aumenti salariali

Sindacati, Pd e grillini in pressing per il caro-vita. Balzi record dell’inflazione registrati a marzo in Regno Unito (+7%) e in Spagna (+9,8%)

di Claudia Marin

L’inflazione macina nuovi record a livello internazionale: e se l’altro giorno è stata la volta degli Stati Uniti con un clamoroso 8,5 per cento in più a marzo, ieri è toccato al Regno Unito raggiungere il 7 per cento, il dato più elevato degli ultimi 30 anni. Per non parlare della Spagna, che sfiora il 10 per cento, nello stesso mese. Mentre la stima per la Germania è di un tasso al 6,1 per cento nel 2022, il più altro degli ultimi 40 anni.

E, dunque, in attesa del verdetto del direttorio della Bce, l’impennata dei prezzi, con il suo impatto sul potere d’acquisto dei salari, si impone "anche" come nodo centrale del prossimo pacchetto del governo anti-rialzi: in arrivo, secondo fonti beninformate, potrebbero essere misure specifiche per il taglio del cuneo fiscale e per la detassazione dei prossimi aumenti contrattuali, una via per evitare incrementi del costo del lavoro eccessivi che potrebbero innescare una spirale prezzi-salari modello anni Settanta. A indicare la possibilità di un intervento ad hoc dell’esecutivo è il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando: "C’è effettivamente una perdita reale del potere d’acquisto che in qualche modo deve essere affrontata. Vale per i salari e vale per le pensioni. Dobbiamo agire rapidamente". E se per i trattamenti previdenziali, la via è quella di ripristinare pienamente l’indicizzazione al costo della vista, per le retribuzioni l’ipotesi è quella di una defiscalizzazione degli incrementi salariali.

Nella direzione accennata, del resto, vanno le indicazioni emerse al summit tra i vertici del Pd e i leader sindacali. "Una parte consistente del mondo del lavoro oggi è povero pur lavorando - spiega il leader Cgil, Maurizio Landini - per questo la possibilità di estendere gli sgravi fiscali anche nei contratti nazionali o in quelli di secondo livello a partire da una defiscalizzazione degli aumenti contrattuali sia un tema che si imponga all’attenzione e che la contrattazione deve affrontare". Sulla stessa linea anche i rappresentanti di Cisl e Uil. E, non a caso, Enrico Letta (ma anche Giuseppe Conte per i grillini), si è impegnato a tradurre la possibilità in proposte concrete subito dopo Pasqua: "Per noi adesso la priorità massima è intervenire sui salari dei lavoratori e sul potere d’acquisto delle famiglie. Per evitare la terza recessione". E la consistente accelerazione dell’inflazione, condizionata dall’andamento dei prezzi dei beni energetici, "costituisce – avvisano dall’Istat – ancora il principale rischio al ribasso".

Un timore che non è solo degli economisti e della politica. Il 78% degli italiani teme una perdita potere di acquisto, il 94,5% ritiene necessario dare molta più attenzione alla sostenibilità sociale ampiamente intesa, come benessere delle persone e condizioni dei lavoratori. Per il 63,6% degli italiani, infatti, prima di passare alle energie verdi e rinnovabili occorre valutarne il costo per imprese e famiglie. E per il 54,9% oggi la priorità è contenere il prezzo dell’energia. È quanto emerge da un recentissimo Rapporto del Censis.