Mercoledì 24 Aprile 2024

Verona, la tentazione di Fd’I: vinciamo senza aiuti

Sboarina rifiuta l’abbraccio con l’ex leghista Tosi. La rabbia degli azzurri e l’imbarazzo di Salvini, che rischia di perdere un’altra roccaforte

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di Antonella Coppari

Sarebbe comunque una piazza non secondaria. Ma dal punto di vista politico Verona pesa molto di più. È da sempre una roccaforte della destra. Strappargliela con la vittoria dell’ex calciatore Damiano Tommasi sarebbe per il Pd un fiore all’occhiello. Per Salvini, invece, perderla equivarrebbe a un grosso guaio. Se il partito del Nord scalpita al punto da scuotere la sua segreteria, è proprio perché teme di rimetterci i propri baluardi. Insomma, nella città scaligera non si gioca una partita come tante ma una delle più importanti di questa tornata di elezioni amministrative. Sulla carta il successo dovrebbe essere facile sommando i risultati di Federico Sboarina appoggiato da Lega e Fd’I (32,7%) e Flavio Tosi con FI (23,9%). Ma la politica non si fa mai con il pallottoliere, e le divisioni del centrodestra – alle quali, in questo caso, si sommano i rancori personali – rischiano di provocare il disastro.

Tosi chiede l’apparentamento: non vuole regalare i suoi voti. Pretende che la ripartizione dei seggi sia ufficiale fin dall’inizio. Salvini probabilmente accetterebbe, anche perché è pressato dalla Lega del Veneto. In questo momento la più inquieta, l’unica dalla quale siano partite bordate rivolte direttamente al Capitano a rischio di degradazione.

A puntare i piedi è il partito di Giorgia Meloni. Una vittoria di Sboarina senza apparentamenti lancerebbe in effetti un messaggio fortissimo. Il segno che Fd’I, già partito del Sud, sta veramente sfondando anche al Nord. Dunque, non transige: "Che problema c’è - dichiara sornione Ignazio La Russa - basta che Tosi accetti un accordo politico, come abbiamo fatto noi a Parma e Catanzaro". Come se non capisse benissimo la differenza tra apparentamento e la richiesta di voti gratis: se Sboarina vincesse con l’appoggio formale di Tosi, di fatto regalerebbe al predecessore il 40% dei seggi comunali, cioè 9 consiglieri su 22: avrebbe di fatto una maggioranza sotto il suo giogo. Con un "semplice" accordo politico il 60% dei seggi se lo dividono tra loro Lega e Fd’I. Ragion per cui ’Sboa’ rifiuta l’abbraccio: "Non sono uno di quelli che va avanti guardando lo specchietto retrovisore. Ora la partita è tra due persone, il sottoscritto e l’uomo scelto dalla sinistra". Furiosi gli azzurri: "Non è che ti vai a prendere un sindaco che non è del tuo partito (chiaro il riferimento a Fd’I dove Sboarina è entrato un anno fa, ndr) , lo candidi, poi questo fa il riottoso e dice che non vuole apparentamenti e tu non sei responsabile", dichiara il senatore Maurizio Gasparri. Nè ha peli sulla lingua la moglie di Tosi, Patrizia Bisinella: "Sboarina è cocciuto e sordo, ha una visione miope della politica". C’è tempo fino a domani alle 14, la partita è tutt’altro che chiusa ma senza un ripensamento da parte di Fd’I la situazione potrebbe essere già compromessa. E probabilmente la vicenda non resterebbe senza conseguenze.

La principale critica che viene mossa a "Giorgia la rampante" è di pensare all’interesse di partito molto più che a quelli dell’alleanza. Il fattaccio a Verona confermerebbe, i malumori andrebbero alle stelle. Problemi anche più grossi incontrerebbe Salvini all’interno della sua Lega. Quando all’indomani del primo turno, il potente doge veneto Zaia aveva dichiarato "aspettiamo i ballottaggi", molti avevano colto nella forse una venatura polemica se non addirittura minacciosa. Se il Carroccio dovesse perdere Verona la situazione del leader nel Nord e in particolare nel Veneto diventerebbe molto più pericolante.