Giovedì 18 Aprile 2024

Verdi e Sinistra Uno spiraglio dal Pd "Chiudiamo in 48 ore"

Ma Conte spera nel fallimento delle trattative: noi pronti ad ascoltarvi

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di Elena G. Polidori

Spiragli. Nonostante gli avvertimenti di Carlo Calenda, leader di Azione ("No a Bonelli, Fratoianni e Di Maio"), ieri il tentativo di ’rinegoziazione’ del patto elettorale con il Pd di Enrico Letta da parte del leader dei Verdi e di quello di Sinistra Italiana sembra vicino allo sbloocco. "Si sono compiuti passi in avanti per arrivare a una conclusione positiva", hanno sottolineato dal Nazareno mentre gli interlocutori a sinistra confermavano; "C’è stato un atteggiamento di apertura, di attenzione ai nostri temi, un interesse molto forte ad avere un’alleanza con SInistra-Verdi che sia centrale", hanno sottolineato i due leader. Ora "avvieremo un dibattito al nostro interno e prenderemo una decisione anche dopo che il Pd ci darà una risposta alle questioni che abbiamo posto. Speriamo entro 48 ore".

Secondo Bonelli e Fratoianni i temi riguardano "la crisi climatica, crisi sociale, difesa della Costituzione di fronte a una destra estrema che la vuole scardinare", ma Fratoianni ha ribadito che "l’agenda Draghi è un’alleanza che non consideriamo utile", frase che non fa ben sperare su una soluzione unitaria finale. Ora, tuttavia "le nostre forze discuteranno – ha concluso –, dobbiamo confrontarci e decidere". Insomma, il "campo" del centrosinistra vivrà ancora qualche ora di tensione, mentre Giuseppe Conte, leader grillino, di fatto sta scommettendo su un fallimento del dialogo con il Pd. Ieri ha infatti commentato: "Fratoianni è una persona seria, se vorrà confrontarsi sui programmi noi siamo aperti. Il problema non è se Bonelli e Fratoianni faranno l’accordo col Pd, ma è che cosa faranno con Gelmini e Carfagna?". I fronti sono aperti, dunque, mentre nel Movimento il tema delle alleanze fa discutere.

Ieri è tornata a parlare del fu campo largo Virginia Raggi (che non potrà essere ricandidata): "Adesso, si abbia il coraggio di chiudere anche con le pseudo alleanze di comodo – ha sottolineato in polemica con il Pd – in quei Comuni o in quelle Regioni laddove è evidente anche alla luce dei programmi che non c’è conciliabilità".