Mercoledì 24 Aprile 2024

"Vent’anni per far capire che un altro mondo è diventato necessario"

di Lorenzo

Guadagnucci

Per dirla in forma di slogan, se venti e più anni fa si gridava “Un altro mondo è possibile“, oggi tocca fare un passo in più e dire che “Un altro mondo è necessario“. Urgentemente. Quando il movimento per la giustizia globale – detto in Italia, impropriamente, “no global“ – fece la sua irruzione sulla scena, fra la “rivolta di Seattle“ del ’99, il Forum sociale mondiale di Porto Alegre (gennaio 2001) e le manifestazioni al G8 di Genova (luglio 2001), prese corpo la prima, grande critica a un modello di sviluppo che – si diceva – non aveva futuro. Il neoliberismo – imparammo allora a chiamare così l’ideologia (tuttora) dominante – produceva enormi disuguaglianze, precarizzava le vite, affidava poteri abnormi a oscuri centri finanziari, non poneva limiti all’estrazione di risorse naturali mettendo a repentaglio gli equilibri ecologici e climatici del pianeta. Quel movimento, con competenza, metteva in discussione tutto. Chiedeva e in parte praticava un altro modo di vivere, produrre, consumare, al di fuori del dogma impraticabile della crescita infinita. Oggi ci accorgiamo che le emergenze di quel tempo sono ancora attuali, anzi sono peggiorate, e intanto abbiamo perso vent’anni, perché quel movimento fu criminalizzato e affrontato con la forza, anziché con l’ascolto, la critica, il confronto.

I nuovi movimenti per la giustizia climatica dovrebbero ripensare a quell’esperienza e ragionare attorno a un passaggio obbligato: i poteri dominanti appartengono a un’era ideologica e politica ormai al tramonto, superata dal collasso ecologico, ma non sono disposti a cedere il passo, e una forma di conflitto (con gli strumenti dell’attivismo e della politica) è necessaria. E in qualche modo anche pericolosa, perché il potere sa essere spietato con i suoi avversari. Ma un “altro mondo“ è necessario e dev’essere possibile e l’unico modo per costruirlo è dal basso, collettivamente, con il pensiero e con l’azione: è una storia travagliata, che continua.