Venerdì 19 Aprile 2024

Vatileaks, in 5 rinviati a giudizio. Anche 2 giornalisti

Il reato ipotizzato è quello di divulgazione e notizie di documenti segreti

Francesca Chaouqui (Facebook)

Francesca Chaouqui (Facebook)

Città del Vaticano, 21 novembre 2015 - Nuova accelereazione nel caso Vatileaks 2. Il magistrato vaticano ha rinviato a giudizio cinque persone al termine dell'inchiesta sulla sottrazione e la diffusione dei documenti segreti della Santa Sede, nella quale sono stati arrestati mons. Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui. Tra i rinviati a giudizio ci sono anche i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi.

IL RINVIO A GIUDIZIO - "Divulgazione e notizie di documenti riservati". Questo il reato ipotizzato, previsto dall'art. 116 bis del codice penale vaticano, per cui i cinque sono stati rinviati a giudizio. Nuzzi e Fittipaldi, autori rispettivamente dei libri 'Via Crucis' e 'Avarizia', sono stati coinvolti nel procedimento penale per il concorso nel presunto reato. Gli imputati nel processo, che si svolgerà nel tribunale vaticano, rischiano da quattro a otto anni di reclusione.

GLI IMPUTATI - Francesca Chaouqui è stata immediatamente rilasciata dopo l'arresto all'inizio di novembre per la sua collaborazione alle indagini. Uno dei presunti "corvi", mons. Vallejo Balda, è invece ancora detenuto nella cella della Gendarmeria vaticana. Il quinto rinviato a giudizio è Nicola Maio, ex collaboratore della Commissione referente sulle strutture economiche e amministrative della Santa sede (Cosea).  Della stessa commissione facevano parte mons. Vallejo Balda, che ne era segretario, e la Chaouqui.

LA RABBIA DI FITTIPALDI - Emiliano Fittipaldi, autore di "Avarizia", è incredulo: "Non è un processo contro di me, ma contro la libertà d'informazione". Il giornalista dell'Espresso aggiunge: "In tutto il mondo  i giornalisti hanno il dovere di pubblicare notizie e segreti che il potere, qualunque esso sia, vuole tenere nascosti all'opinione pubblica. Mostrare documenti confidenziali e informare la gente delle malefatte dei potenti è l'essenza del nostro lavoro". E prosegue: "Capisco che in Vaticano siano in grave imbarazzo per quello che ho raccontato, anche perché non hanno potuto smentire nulla di quanto ho denunciato. Però non mi aspettavo che aprissero un processo penale contro me e Nuzzi".