Mercoledì 24 Aprile 2024

Vaticano choc: il Papa caccia Becciu dai cardinali

Costretto a dimettersi dopo il duro confronto con Francesco. L’ipotesi: l’inchiesta sull’immobile di Londra. Ma spunta l’ombra di finanziamenti ottenuti per il fratello

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È stata una giornata di fulmini e tuoni a Roma che si sono abbattuti sul Cupolone con la stessa intensità del giorno in cui si dimise clamorosamente Benedetto XVI. E la stessa scarica elettrica è quella che ha colpito ieri sera Angelo Becciu, costretto alle dimissioni da prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e addirittura alla rinuncia ai ‘diritti del cardinalato’ dopo una udienza choc con papa Francesco.

Becciu, proveniente dalle fila della diplomazia vaticana, ex nunzio a Cuba e poi uomo forte del pontificato di Francesco come Sostituto in segreteria di stato (praticamente il numero due del Vaticano), ha gestito dossier di primo piano ed è stato sempre vicinissimo anche agli investimenti della Segreteria che ha suoi fondi riservati, da non confondere né con l’obolo di San Pietro, né con le proprietà immobiliari del Vaticano che sono gestite dall’Apsa.

Sul contenuto del drammatico faccia a faccia di ieri sera tra il Papa argentino e l’ormai ex cardinale di origine sarda è fitta nebbia. Ma le modalità delle dimissioni su due piedi di ‘don’ Angelo sono state del tutto inconsuete. Non c’è dossier o vicenda vaticana di questo pontificato in cui Becciu non sia stato in qualche modo coinvolto, anche solo per un consiglio. Dalle trattative tra Usa e Cuba per la distensione dei rapporti e mediate dal Vaticano alla non ultima gestione della intricata vita dell’ordine di Malta con nodi da sciogliere per i quali Francesco aveva scelto proprio Becciu come commissario nel 2017.

Ma la fiducia del Papa verso un porporato da lui stesso nominato deve essersi incrinata al punto di cacciarlo e togliergli titolo, appartamento, dignità di funzione, tutto. Le motivazioni più probabili sono da ricondurre all’ormai tristemente noto affaire immobiliare con i soldi della Segreteria di stato a Londra.

A tarda serata le agenzie hanno rilanciato un’anticipazione dell’Espresso (oggi in uscita) sulle motivazioni dell’addio di Becciu che "avrebbe chiesto e ottenuto per ben due volte dalla Conferenza Episcopale Italiana e una volta dall’Obolo di San Pietro un finanziamento a fondo perduto in favore della cooperativa Spes, braccio operativo della Caritas di Ozieri (Sassari), di cui titolare e rappresentante legale è il fratello Tonino".

Dai tempi di Pio XII, il primo dicastero del Papa ha suoi fondi che gestisce con un apposito ufficio su cui però aveva sempre regnato il massimo riserbo fino alla cacciata di monsignor Perlasca nella calda estate del 2019 e l’emergere di suoi presunti conti nascosti in Svizzera. L’investimento per l’immobile di lusso a Sloane Avenue era sui 300 milioni di euro ma il Vaticano si è infilato poi in una girandola di broker e immobiliaristi, tra cui Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi, arrestato e poi rilasciato proprio in Vaticano nel maggio scorso.

Il Papa per sbrogliare la matassa ha pensato bene di nominare presidente del tribunale nell’ottobre di un anno fa un magistrato anti mafia come Giuseppe Pignatone (che ha accettato) e sta costruendo un apparato di inquirenti di altissimo profilo. Il cerchio in questi mesi si è stretto attorno ad alcuni indiziati e la testa di Becciu ieri sera più che saltata, è proprio ruzzolata. Le dimissioni dunque fanno sì che Becciu non sarà tra i cardinali elettori che eleggeranno un futuro Papa.

È la prima volta da quando Bergoglio è Pontefice che un porporato di Curia rinunci, oltre all’incarico nel proprio Dicastero, ai "diritti" connessi al cardinalato. Angelo Becciu, 72 anni, sardo di Pattada, è stato per anni tra i prelati più influenti in Vaticano. Era stato Benedetto XVI, il 10 maggio 2011, a nominarlo sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, succedendo all’arcivescovo Fernando Filoni. Il 31 agosto 2013 papa Francesco lo aveva confermato nel medesimo ufficio.