Omicidio Vassallo, nove indagati. "Il 'sindaco pescatore' voleva denunciare giro di droga"

Svolta nelle indagini dopo 12 anni dalla morte del primo cittadino di Pollica (Salerno)

Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre 2010 (Ansa)

Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre 2010 (Ansa)

Un mistero lungo dodici anni. Poi, di colpo, una luce accesa dalle rivelazioni di un collaboratore di giustizia, Romolo Ridosso, sulla morte del 'sindaco pescatore' di Pollica (Salerno), Angelo  Vassallo, freddato con sette colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010. Avrebbe contrastato e impedito un traffico di droga sulle spiagge di Acciaroli (una delle frazioni di Pollica) con una sorveglianza attenta e scrupolosa e non avrebbe accettato ‘mazzette’ per chiudere un occhio. Per questo motivo fu eliminato, la sera prima di presentarsi in caserma per una denuncia con tanto di nomi e cognomi. La procura antimafia di Salerno ha emesso un decreto di perquisizione per nove persone, sospettate di aver partecipato, con ruoli diversi, all’omicidio di Vassallo. L’ipotesi di reato è di omicidio e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti: tre degli indagati erano al momento dell’omicidio dei carabinieri. 

Vassallo era uno dei sindaci più rispettati d’Italia. Un passato da pescatore (aveva capeggiato il movimento sindacale), era già stato sindaco per tre volte. Nel 2010 era stato rieletto e aveva ingaggiato una battaglia a difesa del mare e contro i trafficanti di droga che volevano impossessarsi di quella che era diventato la ‘perla’ del Cilento. Il boss Raffaele Maurelli, detto 'Lello il nero', legato alla potente cosca degli Scissionisti di Secondigliano, aveva intenzione di rilevare uno stabilimento balneare di Acciaroli per facilitare lo sbarco di gommoni che avrebbero portato a Pollica gli stupefacenti. Qui il camorrista avrebbe creato una base operativa per distribuire la droga dalla Costiera cilentana fino a Maratea e in Calabria. Un piano ambizioso portato avanti con alcuni imprenditori locali, titolari di negozi e di un cinema, ma che aveva un solo punto debole: Angelo. Il sindaco fu prima contattato da Maurelli che tentò di blandirlo e corromperlo. Davanti al suo sdegnato rifiuto, era passato alle minacce.

Vassallo a questo punto decise di chiedere aiuto ai carabinieri di Agropoli con cui aveva un incontro la mattina del 6 settembre. A quell’appuntamento non arrivò mai: fu intercettato sulla strada di casa e ucciso barbaramente. I tre carabinieri coinvolti sono il colonnello Fabio Cagnazzo, il suo attendente Luigi Molaro e Lazzaro Cioffi, che oggi non fa più parte dell’Arma e che era già stato arrestato e condannato a 15 anni per collusione con il clan camorrista che gestiva lo spaccio nel Parco Verde di Caivano (Napoli). Quel giorno Cagnazzo e Molaro erano in vacanza ad Acciaroli e, secondo la procura, subito dopo il delitto, l’ufficiale avrebbe guidato una serie di attività per depistare le indagini, sequestrando i video delle telecamere di un negozio della zona in cui era avvenuto l’omicidio, attività che avrebbe dovuto essere autorizzata da un magistrato.