"Varianti Covid contagiose, ma stop isterismi". Clementi: Covid non è più letale di prima

Per il virologo del San Raffaele c’è un allarmismo eccessivo. "Le mutazioni sono normali e i vaccini risultano ugualmente efficaci"

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"La variante inglese? Chiariamolo subito: più contagiosa sì, ma non più letale e nemmeno più pericolosa". Taglia corto il professore Massimo Clementi, direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano.

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Professore, esclude quindi che con la variante inglese si muoia di più?

"Lo escludo categoricamente. Sento dire insistentemente che si tratta di una mutazione molto più letale, ma non è così. Ho visto tantissimo allarmismo in queste settimane, ma ritengo non ce ne sia motivo. Bisogna riportare le cose dentro il giusto contesto".

Eppure molti suoi colleghi continuano a considerare quella inglese una variante più pericolosa rispetto al ceppo precedente...

"Anche questa affermazione è fuorviante. È vero che ha una contagiosità maggiore, diciamo nell’ordine del 20-30% in più, ma questo non ci deve sorprendere: è nella natura del virus mutare ed evolversi continuamente. Ricordiamoci che il Covid, quando arrivò in Europa l’anno scorso, era già mutato rispetto alla versione cinese, adattandosi alla popolazione europea".

I ricoveri però sono in aumento.

Sì, è vero, in Lombardia le ospedalizzazioni sono leggermente in crescita, ma non è un fenomeno sorprendente: se una variante risulta più contagiosa è normale che ci siano più ricoveri. Non per questo, d’altro canto, devono necessariamente esserci più morti".

In quale regioni sta prendendo piede?

"Un po’ in tutte".

È vero che questa mutazione contagi soprattutto bambini e adolescenti?

"Non è affatto così: colpisce tutti, indistintamente. Lo confermano anche recenti studi fatti in Inghilterra, in cui emerge chiaramente come il nuovo ceppo colpisca tutte le fasce d’età".

Come si cura?

"Nello stesso modo delle altre varianti e del virus originale. Le cure sono uguali".

Capitolo vaccini: sono efficaci sia sul vecchio sia sui nuovi ceppi?

"C’è la preoccupazione che queste varianti, compresa la brasiliana e la sudafricana, possano rendere inefficaci le vaccinazioni. Così non è, perché queste mutazioni non rendono il virus immune agli attuali vaccini. Pfizer e Moderna funzionano perfettamente. Sono efficaci al 100%".

Qualche sospetto su AstraZeneca?

"Uno studio sostiene che sia dubbia la sua efficacia sulla variante sudafricana, ma si tratta di ricerche non confermate".

Sintetizzando, bisogna avere paura o no?

"È necessario tener presente alcune cose: mutazioni di questo tipo si formano abitualmente, ma non c’è alcuna evidenza, come detto, che queste conferiscano alla malattia una virulenza maggiore. Non dico di sottovalutarne la contagiosità, ma è nella natura del virus cambiare e mutare. E sa perché?".

Spieghi.

"L’obiettivo del Coronavirus è quello di replicarsi e adattarsi all’organismo, non di uccidere. Ora, c’è una percentuale della popolazione che si è immunizzata, un’altra fetta che si è vaccinata, il virus cerca così di sopravvivere cercando di sfuggire agli attacchi dovuti alle cure. Ecco perché bisogna fare presto con le vaccinazioni: più velocemente immunizziamo, meno margini avrà il virus di variare ed evolversi nuovamente".

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