Varianti Covid nei bambini, Villani (Cts): "Più contagi, ma senza casi gravi"

"I ragazzi continuano ad avere la capacità di resistere agli effetti della malattia rispetto alle persone in età avanzata"

Alberto Villani (Ansa)

Alberto Villani (Ansa)

Roma, 24 febbraio 2021 - L'allarme varianti Covid tiene sotto scacco l'Italia. Anche nell'incontro di ieri il Cts è stato chiaro con Draghi e i ministri: nessuna concessione, non è ancora tempo per riaprire palestre e piscine. Il motivo sono le mutazioni del Coronavirus, con la variante inglese prossima a diventare predominante nel nostro Paese. Uno dei nervi scoperti, sul tema, è come questi ceppi del virus aggrediscano i bambini che nella prima ondata e nella fase iniziale della seconda sembravano risparmiati, in gran parte, dall'infezione.

A fare ulteriore chiarezza è oggi Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) e componente del Cts. L'esperto ammette che in questa fase della pandemia "i bambini e i ragazzi sono più coinvolti perché le varianti sono più diffusive". Che le mutazioni siano più contagiose,  è risaputo. Ma, sottolinea Villani ad 'Agorà' su Rai Tre, "per quanto riguarda la gravità della malattia nei bambini, al momento non c'è documentazione, nel senso che i ragazzi continuano ad avere una capacità di resistere alla malattia grave rispetto alle persone in età avanzata".

Se "a maggio abbiamo avuto meno di 5mila casi tra bambini e ragazzi. Adesso ne abbiamo decina di migliaia". Motivo per cui "è facile  che il virus si diffonda più facilmente. E se una variante ha la capacità di diffondersi del 30-40% in più ciò significa che se prima un bambino ne infettava altri 2 ora ne infetta tre". Ma, almeno per il momento, senza casi gravi.