Sabato 20 Aprile 2024

Varianti aggressive con i giovani Rezza: correre per fare più vaccini

Da martedì le dosi a insegnanti e forze dell’ordine. Arcuri: pronti a produrre il siero Pfizer e Moderna in Italia

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di Alessandro Farruggia

Obiettivo 6 milioni e 483mila italiani vaccinati a fine marzo. Come dire tutti i sanitari e parasanitari, i dipendenti e gli ospiti delle Rsa e tutti gli altri ultraottantenni. Sarà una corsa contro il tempo, con l’incognita di forniture ballerine. A ieri le dosi vaccinali somministrate in Italia erano oltre 2,4 milioni, ma questa settimana abbiamo superato le 80mila dosi al giorno e giovedì si sono toccate le 95mila vaccinazioni. Il numero di persone che hanno completato definitivamente il ciclo vaccinale ha superato il milione: erano 1.024.271 alle 19 di ieri. Molto meno del previsto, ma le forniture sono mancate clamorosamente.

"A gennaio – ha detto il commissario all’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri – abbiamo ricevuto solo 2,3 milioni di vaccini, a febbraio ne riceveremo 4,2 milioni, a marzo 8,2 milioni, se le previsioni saranno rispettate. Entro il primo trimestre avremo così 14,7 milioni di dosi di vaccino, considerando le scorte che abbiamo raccomandato alle Regioni di tenere, potremo avvicinarci alla somministrazione della seconda dose a quasi 7 milioni di italiani. Tanto o poco? È quello che si può fare. Consideriamo che a dicembre contavamo di avere nel primo trimestre dell’anno 28 milioni di dosi, quindi ne avremo grossomodo la metà". La Conferenza Stato-Regioni ha deciso che i vaccini di Pfizer e Moderna andranno al completamento della vaccinazione di sanitari e parasanitari e di ospiti e personale delle Rsa ("fase ormai quasi completata" sottolinea Arcuri) e sta partendo la vaccinazione dei 4,4 milioni di ultraottantenni che si conta di terminare a fine marzo. Dopodiché scatterà la seconda fase il cui obiettivo è vaccinare 19 milioni e 862mila persone. Si tratta, nell’ordine di priorità deciso, di persone estremamente vulnerabili (poco più di 2 milioni), anziani tra i 75 e i 79 anni (2,6 milioni), anziani tra i 70 e i 74 anni (3,2 milioni), persone vulnerabili under 70 (5,8 milioni di persone), anziani dai 60 ai 69 anni (3,7 milioni), e persone non a rischio tra i 55 e i 59 anni (quasi 2,2 milioni).

Arcuri ieri ha confermato che il vaccino Astra Zeneca – il cui primo invio di 249.600 dosi è giunto a Pratica di Mare ed entro lunedì arriverà nelle Regioni – sarà destinato agli under 55 e in particolare a una platea di 3 milioni e 894 mila persone composta da personale docente e non docente della scuola (circa 1milione e 100 mila persone), forze armate e di polizia (550mila), polizia penitenziaria, personale carcerario e detenuti (97mila persone), "operatori di luoghi di comunità civili e religiosi" e di altri servizi essenziali come gli operatori dei mezzi di trasporto pubblico. Le vaccinazioni inizieranno la prossima settimana. Arcuri ha poi confermato che "lavoriamo per produrre anche nel nostro Paese vaccini Moderna e Pfizer: è in corso una iniziativa della Commissione Ue". Trattative sono state avviate con la Fidia, società farmaceutica di Abano Terme (Padova) – che ha confermato la propria disponibilità "nel rispetto degli accordi in essere con gli attuali partner" – e con una azienda del Lazio.

Ma bisognerà fare presto, anche perché cresce anche la preoccupazione per le varianti, in particolare per la variante inglese che, come disse l’Oms, "sembrerebbe più facilmente trasmissibile da giovani e bambini". Nei giorni scorsi è stato bloccato un focolaio a Corzano nel bresciano, che ha coinvolto 139 persone, il 60% dei quali è rappresentato da studenti della scuola elementare e della materna che a loro volta hanno contagiato i familiari. "È una corsa contro il tempo – ha detto Gianni Rezza (nella foto in alto), direttore generale della prevenzione del ministero della Salute – per cercare di ridurre la circolazione virale da una parte e dall’altra andare avanti con la campagna vaccinale per ricoprire più popolazione possibile. L’identificazione di alcune varianti virali può significare maggiore trasmissibilità perciò dobbiamo fare in fretta".