Variante Covid: inglese e brasiliana scoperte in acque di scarico italiane

Studio dell'Iss: le mutazioni del Coronavirus individuate in alcune aree del nostro paese

Covid in Toscana

Covid in Toscana

Roma, 25 febbraio 2021 - La curva epidemica del Covid nel nostro paese sta registrando un'impennata. Colpa anche delle varianti inglese e brasiliana, che per la prima volta sono state individuate nelle acque di scarico italiane. A rivelarlo è una ricerca condotta dal gruppo di lavoro coordinato da Giuseppina La Rosa e da Elisabetta Suffredini dell'Itituto superiore di Sanità (Iss), in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico della Puglia e della Basilicata. 

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Lo studio, primo in assoluto sulle varianti in reflui urbani in Italia e tra le prime al mondo, dimostrano che le acque di scarico posso essere un utile strumento per valutare la circolazione delle varianti di SARS-CoV-2 nelle nostre città. Per la ricerca è stato sviluppato un metodo che prevede l'amplificazione e il sequenziamento di una parte del gene S contenente specifiche mutazioni in grado di caratterizzarle. Il metodo, testato inizialmente su campioni clinici (tamponi naso-faringei), è stato successivamente applicato all'analisi delle acque di scarico raccolte in fognatura prima dei trattamenti di depurazione.

L'esame di questa matrice ha individuato, per la prima volta in campioni ambientali, la presenza di mutazioni caratteristiche della cosiddetta variante 'del Kent' e di quella brasiliana in alcune aree del nostro paese dove la circolazione di tali mutazioni era stata accertata in campioni clinici di pazienti Covid-19. In particolare sono state individuate sequenze con mutazioni tipiche di variante brasiliana e inglese in reflui raccolti a Perugia dal 5 all'8 febbraio e mutazioni tipiche della variante spagnola in campioni raccolti da impianti di depurazione a Guardiagrele, in Abruzzo dal 21 al 26 gennaio 2021. 

Si stima che In Italia che la cosiddetta 'variante inglese' abbia una trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, con una grande incertezza statistica (tra il 18% ed il 60%). Nella sua pagina con le Faq sulle varianti, aggiornata a oggi, l'Iss infatti scrive: "Questi valori sono in linea con quelli riportati in altri paesi, anche se leggermente più bassi, che induce a considerare l'opportunità di più stringenti misure di controllo che possono andare dal contenimento di focolai nascenti alla mitigazione". 

Intanto la Pfizer ha annunciato di aver iniziato i test su una terza dose del suo vaccino anti-Covid nell'ambito di una strategia contro le mutazioni del virus.  L'azienda ha precisato che inoculerà una terza dose a 144 volontari, che hanno partecipato già alle precedenti sperimentazioni del vaccino contro il Coronavirus. Il colosso farmaceutico americano vuole verificare se una terza dose somministrata da sei a 12 mesi dopo le prime due potrebbe irrobustire il sistema immunitario abbastanza da eliminare un virus mutato.

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