Variante indiana, l’Europa ha paura Gli scienziati: il vaccino funziona

Due le mutazioni individuate. Per proteggersi bastano ancora mascherine, igiene e distanziamento

Migration

di Alessandro Malpelo

Spuntano come funghi i focolai sostenuti dalla nuova variante indiana. Ma in cosa consiste questa mutazione, e perché fa così paura? Lo spike, il muso del virus Sars-Cov2, ha sostituito un pezzo, e corre più veloce verso il traguardo. Comprensibile un senso di smarrimento nel vedere quanto rapidamente questi focolai a distanza approdino alle nostre latitudini con la globalizzazione. I laboratori dovranno aggiornare test e sequenziamenti.

CHE COSA

CAMBIA?

I ceppi indiani stanno facendo il giro del mondo e tendono a subentrare alla variante inglese. Due sostituzioni nella proteina bersaglio rendono gli incursori meno sensibili agli anticorpi che ritroviamo nel sangue dei convalescenti. I reduci della prima ondata, quella di Wuhan, devono stare attenti come tutti gli altri. Anche i vaccinati devono evitare di abbassare la guardia. La variante indiana appena scoperta ha due mutazioni qualificanti: la L425R e la E484Q. Quest’ultima caratteristica la distingue dalle sorelle brasiliana, sudafricana e nigeriana. In linea generale i ceppi emergenti sono più aggressivi. "Nel caso della variante indiana – ha precisato Massimo Galli, past president della Società italiana malattie infettive (Simit) – non sappiamo ancora quanto la mutazione E484Q la renda più diffusiva, virulenta e cattiva".

I VACCINI

FUNZIONANO?

Secondo il virologo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, "c’è uno studio di un gruppo indiano in cui i ricercatori dimostrano che il vaccino indiano in sperimentazione, protegge da questa variante, ed è un vaccino analogo a quello cinese, basato sul virus inattivato". L’infettivologo Matteo Bassetti: "Le varianti Covid non hanno ridotto la forza dei vaccini, evitiamo di fare terrorismo mediatico. Si rischia di gridare al lupo, al lupo senza che la gente sia in grado di capire". Vaccini, anticorpi monoclonali, antivirali e antinfiammatori, dunque, vanno dispiegati a getto continuo, perché sono queste le armi moderne che abbiamo a disposizione. Chi ingenuamente o in malafede getta un’ombra sui nostri apparati di difesa fa il gioco del nemico. Le infusioni, nei primi giorni dall’esordio dei sintomi, servono a bloccare l’assalto, riducono ospedalizzazioni e decessi. Le vaccinazioni rallentano vieppiù la circolazione del virus fino al raggiungimento dell’immunità di comunità.

COME DOBBIAMO

PROTEGGERCI?

I pessimisti potrebbero pensare che le (brutte) sorprese non finiscono mai. Invece possiamo riprendere la nostra vita, la produttività, i consumi, ricominciare a socializzare, anche a divertirci, a patto di rispettare poche semplici regole: prevenire gli assembramenti, cambiare l’aria spesso negli ambienti chiusi, coprire bocca e naso. Chi lavora a contatto diretto col pubblico, come le cassiere dei supermercati o gli esercenti nei bar, protegga anche gli occhi con visiere o schermi di plexiglas. Dispositivi quali l’ozono, e gli ultravioletti, contribuiscono ad abbattere la carica virale. In attesa degli sviluppi, il virologo Maga ribadisce che le precauzioni fin qui adottate (mascherine, distanziamento e igiene) sono sufficienti a proteggerci anche dai ceppi più aggressivi e meno noti.

I CONTROLLI DANNO

RISULTATI?

L’ultima variante del Covid-19 da più di un mese viene segnalata anche in Europa, gli scali aerei sono quasi tutti interdetti a chi proviene dalle aree a rischio. Chiunque sia stato in India negli ultimi 14 giorni, e si trovi già in Italia, è tenuto a sottoporsi al tampone.