Variante Delta in Italia, Galli: "I suoi contagi qui poco seguiti"

Timore dell'infettivologo del Sacco. Caruso, presidente dei virologi: "In autunno può succedere ciò che oggi accade nel Regno Unito"

Variante Delta diffusa nel Regno Unito (Ansa)

Variante Delta diffusa nel Regno Unito (Ansa)

Roma, 21 giugno 2021 - Variante Delta sottovalutata in Italia. È il timore espresso da Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco e dell'università Statale di Milano: "Se devo rispondere in modo franco e diretto, temo che la variante Delta" in Italia "non la si stia seguendo abbastanza, anche se la si sta seguendo" e per ora sembra che "i focolai identificati" siano "pochi e limitati". Lo ha detto Galli durante un intervento stamattina alla trasmissione 'Agorà' su Rai 3 sulla variante di Sars-CoV-2 identificata per la prima volta in India.

Variante Delta: l'Italia è quinta al mondo

Covid: il bollettino del 21 giugno "Il dato di fatto - ha aggiunto l'esperto - è che certamente questa è una variante con una capacità diffusiva superiore a quella della variante cosiddetta inglese, tanto è vero che l'ha soppiantata sia in India che in Gran Bretagna. È altrettanto evidente che, fortunatamente, per la gran massa di vaccinati che abbiamo, gli effetti di questa variante sono sicuramente meno deleteri di quelli che avremmo se non avessimo i vaccinati". Anche se, su questo punto, Galli ha citato alcuni dati "solo per comparazione: il 19 giugno sera noi avevamo 46 milioni di dosi" di vaccino anti-Covid "date in Italia contro 73,7 mln nel Regno Unito, e 15,7 milioni di completamente vaccinati contro 31 mln nel Regno Unito. Con questo tipo di situazione, chiaramente, qualche cautela va comunque continuata a essere considerata", secondo l'infettivologo, riferendosi in particolare alla mascherina: "Una cautela individuale che io - ha insistito - mi permetto di consigliare a chi non sia vaccinato o, essendo vaccinato, rientri nelle categorie cosiddette fragili". 

Intanto oggi è previsto l'arrivo anche in Italia di nuovi test specifici per riconoscere la variante Delta, mentre dal 21 giugno entra in vigore la quarantena di 5 giorni con obbligo di tampone per chi proviene dal Regno Unito.

Tracciare, sequenziare e vaccinare per evitare che la variante Delta possa diventare il prossimo autunno anche per l'Italia il problema che già oggi rappresenta nel Regno Unito. È il monito espresso in un'intervista all'Adnkronos Salute da Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell'Asst Spedali Civili. "La variante Delta - ha confermato l'esperto - per la sua alta diffusibilità sta addirittura sostituendo la variante Alpha" o 'inglese' del coronavirus.

"Certamente - ha aggiunto il numero uno dei virologi italiani - più una variante si diffonde, più penetra nella popolazione e più fa danni. Ma questo al momento per noi è un pensiero lontano - ha rassicurato - perché assistiamo da tempo alla presenza di focolai nel nostro Paese, che però finora non sembrano prendere piede in maniera importante né espandersi in modo esponenziale". Quanto all'ordinanza annunciata dal ministro della Salute, Roberto Speranza - che introduce la quarantena per chi proviene dalla Gran Bretagna - secondo Caruso "aiuterà. Però non toglie il fatto che la variante Delta è già in Italia", ce l'abbiamo già in casa "e circola. Bisogna quindi garantire un tracciamento e un sequenziamento costanti, per cercare di capire fin dove arriva e come bloccarla".

La mappa dell'Italia con indice Rt e  tasso di incidenza