Covid in Cina: i sospetti su Gryphon, la nuova variante che ora spaventa il mondo

Il virologo Francesco Broccolo, dell'Università del Salento, sul Paese asiatico: "Sta accadendo qualcosa di molto importante, il numero decessi per Covid è incontrollabile e finora si è solo accennato alla possibilità che circolino una o più nuove varianti"

Roma, 28 dicembre 2022 - Esplodono i contagi Covid in Cina e scatta l'allarme mondiale. I dati epidemiologici cinesi della società di ricerca britannica Airfinity parlano di oltre un milione di nuovi casi e almeno 5mila morti al giorno. Quello della National Health Commission, riportata dalla Cnn, di quasi 250 milioni di casi nei primi 20 giorni di dicembre, ovvero il 18% della popolazione cinese.

I sospetti si sono focalizzati sulla sottovariante XBB.1.5 del virus SarsCoV2, conosciuta anche col nome di Gryphon, che potrebbe celarsi dietro all'impennata epidemica in Cina. Negli Stati Uniti, XBB è già aumentata del 140% nell'ultimo mese, registrando un tasso di ricovero ospedaliero Covid più alto rispetto a quello di Delta dell'estate 2021.

A preoccupare inoltre è la possibilità che da una quantità così numerosa di contagi si possano sviluppare nuove varianti del virus, non necessariamente a partire dal ceppo di Omicron.

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La variante in Cina, cosa sappiamo

Gryphon: potrebbe essere questo recente membro della famiglia Omicron dunque fra le cause dell'impennata dell'epidemia in Cina, accanto al rilascio delle misure di restrizione. Si tratta al momento solo di un'ipotesi, dice all'Ansa il virologo Francesco Broccolo, dell'Università del Salento, ma le coincidenze sono molte. "È vero che in Cina si è passati in breve tempo da una politica di restrizione severa a un'apertura improvvisa, ma è anche vero che la popolazione ha ricevuto un vaccino, il Sinovac, con una somministrazione pari a 241 dosi per 100 abitanti, pari a quella del Regno Unito", osserva. Il vaccino si è dimostrato efficace al 66% nel proteggere dal contagio, dell'88% dai ricoveri, del 90% contro le forme gravi della malattie e dell'86% contro i decessi, secondo i dati recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine. Se la situazione dei vaccini non basta a spiegare l'incremento dell'epidemia in Cina, non è sufficiente nemmeno la fine delle restrizioni: "Sta accadendo qualcosa di molto importante, il numero decessi per Covid è incontrollabile e finora - osserva Broccolo - si è solo accennato alla possibilità che circolino una o più nuove varianti".

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I dettagli sulla mutazione

In Cina le sequenze genetiche depositate nella banca internazionale Gisaid, aggiornate al 22 dicembre, indicano che "stanno circolando soprattutto le sottovarianti BA.5.2 e BF.7 e che sono 81 le sequenze della sottovariante XBB depositate al 9 dicembre", dice il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge di Napoli, che ha analizzato i dati con Angelo Boccia, del gruppo di Bioinformatica del Ceinge coordinato da Giovanni Paolella. Il fatto che siano state depositate solo 81 sequenze della XBB, rileva, indica che è stata bloccata l'azione di sequenziamento delle varianti, o non è resa pubblica. A permettere alla XBB si diffondersi velocemente sarebbe la mutazione chiamata F486P, che le permetterebbe di sfuggire agli anticorpi generati sia da infezioni da Omicron 5 sia dai vaccini e inoltre rafforzerebbe il legame con il recettore Ace2 che si trova sulle cellule umane. Sono state rilevate anche mutazioni sulla proteina Spike, l'artiglio molecolare che il virus usa per agganciarsi alle cellule umane, più quattro mutazioni sulla nucleoproteina N, che ha la funzione di proteggere il genoma virale, e cinque sull'enzima necessario al virus per riprodurre il suo materiale genetico. "Questo significa - conclude Zollo - che il virus SarsCoV2 sta migliorando anche nella capacità di replicarsi".