Variante Coronavirus inglese: cosa dicono gli esperti. Da Crisanti a Galli a Locatelli

Le posizioni sulla mutazione del virus anche in vista della campagna vaccinale alle porte

Massimo Galli

Massimo Galli

Bologna, 20 dicembre 2020 - Allarme mondiale per la variante Covid che si sta diffondendo con rapidità a Londra e nel sud-est dell’Inghilterra. La mutazione del Coronavirus avrebbe una trasmissibilità molto maggiore, circa il 70% in più. Lockdown duro da oggi per la capitale britannica e le contee vicine. Casi  sono stati segnalati anche in Danimarca, Paesi Bassi e Australia. Numerosi Paesi europei, tra cui Italia, Olanda e Belgio stanno sospendendo i collegamenti con il Regno Unito, o sono in procinto di farlo. Ma cosa pensano gli esperti, anche in relazione tra la  nuova variante e la campagna vaccinale che dovrebbe partire in tutta la Ue il prossimo 27 dicembre?

Aggiornamento: La prima vaccinata in Italia sarà un'infermiera dello Spallanzani

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità

"Variante coronavirus? Vorrei rassicurare gli italiani che la risposta per uscire da questa situazione è il vaccino, in questo dobbiamo riporre il massimo della fiducia per il profilo di sicurezza e l'efficacia". "Anche se ci sono mutazioni, come quelle segnalate prima in Gran Bretagna e poi in altre aeree, è altamente improbabile che si perde l'efficacia del vaccino", assicura Locatelli a Che tempo che fa su Rai 3.

E alla domanda: ci sarà un 'mercato' dei vaccini? la risposta di Locatelli è stata: "Assolutamente no", il vaccino "sarà a disposizione di tutti" . Poi la notizia: "Entro l'estate potremmo avere anche il vaccino italiano" sviluppato dalla ReiThera assieme all'Istituto Spallanzani. E Locatelli assicura: "Tutti i vaccini hanno requisiti di sicurezza ma anche di efficacia, quelli di Pfizer e quello di Moderna sono elevati. Quello italiano ha finito la fase 1 e i dati sono promettenti per sicurezza e risposta immunologica senza differenza fra anziani e giovani e molto buona e superiore rispetto a quella dei soggetti guariti".

Gianni Rezza, direttore Generale della Prevenzione del ministero della Salute

"La variante di Sars-CoV2 che sta circolando in questo momento a Londra e nel sud est dell'Inghilterra, presenta delle mutazioni sulla proteina di superficie del virus, la cosiddetta Spike. Nonostante si ipotizzi che queste mutazioni possano aumentare la trasmissibilità del virus, non sembrano alterare né l'aggressività clinica né la risposta ai vaccini".

Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare e virologica dell'Università di Padova

La variante inglese del Covid "ha un indice R0 maggiore e questo non è una buona notizia", dice il virologo.  "Sarebbe stata una pessima notizia se avesse avuto anche un'alta virulenza". La versione britannica "è apparsa in Spagna quest'estate e da lì, probabilmente a causa dei flussi turistici, si è spostata in Gran Bretagna", ha osservato il virologo secondo cui "non è chiaro perché si sia diffusa in modo diverso. Ma c'è un fatto da considerare: l'Inghilterra è il Paese in cui si fanno più sequenziamenti al mondo e purtroppo più si cerca più si trova". Quanto al rischio di un invalidamento dei vaccini, Crisanti ha rassicurato: "In base alle informazioni che si hanno ora è assai probabile che ciò non accadrà. Ovviamente bisognerà verificare che le persone vaccinate non si infettino di nuovo".

Cos'è la variante Covid inglese e quali sono i rischi

Massimo Galli, responsabile malattie infettive al Sacco di Milano

Questo ceppo ha l'aria di stare diventando il bullo del quartiere. Non è quello che si diffonde più velocemente, è quello che si diffonde meglio e diventa dominante in un ambito geografico ristretto, che riesce a prendere il sopravvento. Non significa che il virus cattivo e si morirà di più, significa che questa storia non è finita e bisogna stare attenti. Non credo che la nuova variante del Covid sia in grado di rendere i vaccini inutili, non mi fascerei latesta. Semmai questa cosa ci dà un segnale importante: dobbiamo vaccinare il più rapidamente possibile il maggior numero di persone possibile e dovremo stare molto attenti a quello che succederà. Ci sono molte condizioni che potrebbero metterci nella situazione di correre dietro al virus con vaccini diversi ma è una logica che spero non riguardi un futuro prossimo".

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova

“Non è la prima mutazione e non sarà neanche l'ultima. Simili mutazioni erano già state descritte in Spagna e altri paesi. I virus mutano continuamente. per sopravvivere. Non si può escludere che questa variante stia già circolando anche in altri paesi incluso l'Italia. Occorrerà continuare a studiare il genoma virale dei ceppi di virus isolati nostro Paese".

Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario d’Azienda I.R.C.C.S. I

"È prematuro pensare che possa avere una azione negativa sulla vaccinazione bisogna vedere dove sono esattamente le variazioni genetiche e come incidono sugli anticorpi. La peculiarità del virus, anche di questo mutato, che lo rende perfido, sta nel fatto che la gran parte delle infezioni sono inapparenti. Il Sars Cov1 contagiava in sintomaticità, quindi si individuava e si poteva spegnere l'infezione. Qui invece, ci sono gli asintomatici e la cosa sfugge. Va dato atto comunque, che rispetto al passato, i nostri laboratori hanno grande capacita' di monitorare le variazioni e la tempistica delle informazioni è molto più rapida, all'avanguardia".

"La variante inglese del Sars-Cov-2 non dovrebbe sfuggire alla protezione della vaccinazione". Nella peggiore delle ipotesi, comunque, "non sarebbe un dover ricominciare da zero con la sperimentazione ma fare un aggiornamento della composizione del vaccino, in modo simile a quanto avviene ogni anno con quello influenzale". 

Andrea Cossarizza Immunologo all'Università di Modena e Reggio Emilia

È normale che un virus muti. L`importante è che non lo faccia troppo spesso, come Hiv. E che a variare non siano le regioni contro cui un vaccino induce anticorpi. Il rischio che i vaccini non funzionino c`è, per quanto minimo, e bisogna tenere alta l'attenzione anche dopo la vaccinazione. Più persone si infettano, più copie del virus vengono generate, più è alta la probabilità di mutazione".

Giorgio Palù, virologo e presidente Aifa

Questo virus muta sicuramente ma lo fa molto di meno rispetto ad altri a Rna come quello dell'influenza, Hcv e Hiv. Un dato confortante a riguardo è l'osservazione, effettuata negli studi preliminari condotti sui volontari, che gli anticorpi indotti dalla vaccinazione neutralizzavano anche virus circolanti portatori di mutazioni rispetto al ceppo originario. In ogni caso, questo aspetto, al pari della durata dell'immunità acquisita col vaccino, dovrà essere valutato più avanti con l'avvio della vaccinazione di massa. La copertura vaccinale potrebbe non essere efficace per tutti”

Carlo Federico Perno, direttore del reparto di Microbiologia, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Roma,

Al momento non c'è nessuna evidenza che la variante del virus del Covid individuato in Gb sia meno sensibile al vaccino in arrivo, riducendone quindi la sua efficacia. È più veloce ma non più cattivo, al momento infatti non ci sono prove che sia capace di fare maggiori danni all'organismo e uccidere di più. Fino ad ora non è stato ancora rilevato in Italia”.

Walter Ricciardi, consigliere del Ministero della Salute

"Al momento gli inglesi, che stanno vaccinando da una settimana, ci hanno detto che la capacità del vaccino di proteggerci contro questa infezione non sembra compromessa". E ancora: "La variante del coronavirus ha la stessa patogenicità ma è molto più contagiosa e può aumentare la trasmissibilità anche del 70%, è più capace di entrare nella mucosa del nostro naso, non è problema di carica virale ma di penetrazione".