Covid, preoccupa la variante brasiliana: "Al 4,3%, diffusa al Centro"

Brusaferro (Iss): "Intervenire precocemente". La mutazione inglese stimata "al 54%", Locatelli (Css): "Aumento contagio anche tra i 6 e i 10 anni"

Silvio Brusaferro e Franco Locatelli (Ansa)

Silvio Brusaferro e Franco Locatelli (Ansa)

Roma, 2 marzo 2021 - Brasiliana, inglese, sudafricana. Ma spunta anche quella napoletana, la scozzese, la californiana. L’avanzata delle varianti del Covid non si arresta, ma anzi sorgono nuove mutazioni che minacciano la curva epidemica, di nuovo in risalita (qui il bollettino del 2 marzo). Il nuovo Dpcm detterà restrizioni per contenere l'avanzata dei contagi fino a dopo Pasqua e, illustrando le novità, Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss, e Franco Locatelli, presidente del Css, hanno fatto il punto proprio sull'andamento delle mutazioni del virus. "La variante inglese ha una maggiore capacità di trasmissione - ha spiegato Locatelli -. Ha prevalenza stimata intorno al 54%, ma è un dato riferito al 18 febbraio, quindi ad oggi il valore è indubbiamente più alto". Il secondo dato importante, ha continuato l'esperto, "è che nel nostro territorio c'è, in particolare in alcune regioni del centro Italia, una stima di prevalenza della variante brasiliana del 4,3%, non in tutto il Paese, ma in Umbria, Toscana, Lazio, Marche". Si tratta di "un dato particolarmente preoccupante", ha aggiunto Locatelli: "Queste varianti sono nuove e devono essere stimate sia rispetto ad aumentata trasmissibilità, che alla potenzialità di non garantire la stessa copertura immunitaria: aumentata la trasmissibilità e la potenziale capacità di ridurre la protezione. Sono estremamente importanti da monitorare ed è importante che si adottino le misure più restrittive possibili". La variante sudafricana, invece, "è allo 0,4% - ha detto il presidente dell'Iss -, in particolare in alcune zone del Sudtirolo".

Brusaferro ha quindi invitato a "ridurre le opportunità di trasmissione" per contenere la circolazione della mutazione inglese, mentre per quella brasiliana "la sfida è il contenimento, intervenire precocemente e in maniera chirurgica - ha detto l'esperto -. Questa doppia strategia dovrà accompagnarci anche nelle prossime settimane con un monitoraggio stretto e con un forte supporto alle vaccinazione". 

E' stato poi il presidente del Css a ribadire che "la variante inglese ha maggiore potere infettante sulla popolazione pediatrica. Abbiamo delle evidenze chiare. Vi è un aumento del numero dei casi anche tra i 6 e i 10 anni". Ma, ha sottolineato Locatelli, "questo maggior potere infettante non si associa a una patologia più grave. I bambini rimangono fortunatamente risparmiati dalle forme più gravi". Ed è proprio la maggiore trasmissione tra i più giovani che, "dopo un parere del Cts", "ci ha portato a determinare la scelta che nelle aree rosse tutte le scuole saranno in dad", ha annunciato in conferenza stampa a Palazzo Chigi Roberto Speranza. "Lo stesso - ha concluso il ministro della Salute - avverrà nei territori dove il tasso di incidenza su centomila abitanti sarà di 250". 

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Quanto all'efficacia del vaccino sulle varianti, il presidente del Css ha raccomandato "sobrietà comunicativa e senso di responsabilità nelle comunicazioni": "Qualsiasi valutazione rispetto alle varianti deve tener conto che il virus con un meccanismo di pressione selettiva tende a mutare e tendono emergere alcune varianti - ha detto Locatelli -. Ma sul fatto di dire che tale variante possa sfuggire all'effetto dei vaccini andrei straordinariamente cauto".

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